
Settimana Santa e Pasqua: su Tv2000 celebrazioni, film e documentari
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Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani esprime il “proprio profondo dolore” e la “propria indignazione” per la tragica morte di Sara Campanella, giovane studentessa iscritta alla Facoltà di Scienze infermieristiche dell’Università di Messina, vittima di un brutale femminicidio avvenuto la sera del 31 marzo, nella città di Messina. “Sara, una giovane donna che avrebbe dovuto guardare al futuro con speranza e determinazione, è stata strappata alla vita in un atto di violenza insensata e inaccettabile”, afferma il presidente del Coordinamento (Cnddu), Romano Pesavento.
“Le circostanze che hanno portato a questo femminicidio sembrano essere legate a una relazione, probabilmente con un coetaneo, e dimostrano, ancora una volta, quanto sia urgente affrontare con serietà e determinazione il tema della violenza di genere, delle dinamiche di controllo, gelosia e possessività che troppo spesso sfociano in atti di barbarie”, osserva Pesavento, per il quale “questo nuovo femminicidio è una drammatica conferma di una piaga che continua a dilaniare la nostra società, in cui le donne, ogni giorno, sono vittime di violenze fisiche, psicologiche, economiche, semplicemente per il fatto di essere donne. Non si tratta di un incidente isolato, ma di un fenomeno strutturale che affonda le radici in una cultura di disparità di genere, che non risparmia nessun ambiente, nessuna fascia sociale, nessun angolo del nostro Paese. La vita di una giovane donna è stata stroncata dalla violenza, e questo non può che interrogarci come cittadini e come educatori, chiamati a costruire una società più giusta e più equa”.
Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani denuncia “con fermezza” questo crimine, che “rappresenta una ferita aperta nella nostra comunità e un insulto ai principi di uguaglianza, rispetto e dignità che dovrebbero essere alla base di ogni convivenza civile. La violenza di genere non è solo un problema delle donne, ma – avverte il presidente del Cnddu – un problema che riguarda l’intera società, che deve impegnarsi con tutte le proprie forze per fermare questo tipo di crimini e prevenire le violenze che troppo spesso culminano in tragedie come quella di Sara”.
Pesavento conclude: “La lotta contro il femminicidio e contro ogni forma di violenza di genere deve essere un impegno collettivo, che coinvolge tutte le istituzioni, ma anche la società civile, le scuole, le università, i luoghi di lavoro, ogni ambito in cui si manifestano disuguaglianze e abusi. Non possiamo più permettere che la vita di una donna venga sacrificata in nome di una cultura patriarcale che ancora resiste e che ci vede spesso indifferenti di fronte a queste tragedie”.
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