Avvenire di Calabria

Funerali Emanuele Tufano: mons. Battaglia (Napoli), “basta con le promesse tradite, la violenza, ragazzi abbandonati a se stessi, l’indifferenza, la criminalità”

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


“Emanuele, il tuo nome porta in sé una promessa, un messaggio di speranza perché racconta la presenza di un Dio che non è lontano dagli uomini, ma accanto a loro, con loro, con noi. Ma per te, Emanuele, quel significato sembra essersi smarrito, infranto in una notte di violenza che non avrebbe mai dovuto esserci. E così, in un paradosso amaro, il significato del tuo nome sembra una promessa tradita”. Lo ha detto oggi, nella basilica Santa Maria della Sanità, l’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, nell’omelia dei funerali del quindicenne Emanuele Tufano, ucciso una settimana fa in una sparatoria. Ma “Dio non viene meno alle sue promesse e non permetterà, che la nostra la vita, che la tua vita, che la vita di ciascuno dei suoi figli resti prigioniera della morte. Perché è fedele alle sue promesse e non le dimentica. Noi si invece, noi le dimentichiamo. Noi dimentichiamo con troppa facilità. Dimentichiamo il sangue che scorre, dimentichiamo il terrore negli occhi, dimentichiamo le urla delle madri, dimentichiamo i figli di questa città abbandonati a sé stessi e consegnati alle celle di un carcere o al cimitero. Noi sì, noi dimentichiamo. E tiriamo a campare. Distraendoci e stordendoci. Raccontando di una città che esiste solo in parte, rifugiandoci nei numeri del turismo, nei protocolli avviati, distogliendo lo sguardo da questa follia di un mondo adulto che non vede più i suoi figli più giovani e più fragili”.
di qui l’appello: “Fratelli e sorelle, basta con le promesse tradite! Basta con la violenza che spezza vite innocenti e lascia intere famiglie nel dolore e nella disperazione! Basta con ragazzi abbandonati a sé stessi che trattano la vita dei coetanei come merce senza valore! Basta con l’indifferenza che ci rende complici di un sistema malato! Basta con la paura di affrontare le ingiustizie che ci circondano! Basta con il traffico di armi che arriva fino ai più piccoli! Basta con la criminalità che ruba il futuro ai nostri giovani! Basta con una politica che non mette al centro di tutto i più piccoli, nostro presente e il nostro futuro! Basta con la rassegnazione, che ci fa vivere come se non ci fosse più speranza! Basta con il lasciare che i nostri ragazzi crescano senza alternative, senza opportunità! Basta con una Napoli che si lascia soffocare dal buio, senza reagire!”.
Per il presule, “non possiamo più ignorare ciò che sta accadendo intorno a noi. Non possiamo far finta che la violenza che strappa i nostri giovani dalle loro famiglie non ci riguardi tutti. Non possiamo indignarci superficialmente per ridarci appuntamento alla prossima tragedia”. Questo è “un momento in cui dobbiamo interrogarci come comunità: cosa possiamo fare per proteggere i nostri figli? Come possiamo costruire una Napoli diversa, una città che non consegni i suoi giovani alla violenza, ma offra loro un futuro di speranza? Ognuno di noi ha una responsabilità”. “Dobbiamo essere costruttori di pace, nelle nostre famiglie, nelle scuole, nei quartieri. Dobbiamo offrire ai nostri giovani una strada diversa, una via che non sia quella della criminalità e della violenza, ma quella dell’amore e del rispetto per la vita”, l’esortazione.

Fonte: Agensir

Articoli Correlati

Tags: