Avvenire di Calabria

Funerali Margaret Spada: don Pizzo (parroco Lentini), “l’amore che una persona lascia, dona o riceve non lo seppelliamo mai”

di Redazione Web

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“Cara Margaret … noi non ti vediamo. Ma tu, spero, possa vederci. Vedere che siamo tutti qui, tanti insieme ai tuoi cari. Sì, perché la perdita di una ragazza che ha ancora una vita davanti, è una perdita per tutta una comunità. È come se venisse falciato un giglio. È come oscurare un’alba appena sorta. È come risucchiare la luce nel vortice di un enorme buco nero”. Sono queste le parole di don Maurizio Pizzo, parroco della chiesa Sant’ Alfio di Lentini, durante i funerali di Margaret Spada, la ragazza 22enne morta a Roma per un intervento di rinoplastica, svoltisi questa mattina. “Questa perdita sicuramente ci fa capire ancora di più il valore di una persona, di ogni vita, di ogni attimo irripetibile, il bisogno ancora di più di unione, la necessità di un mutuo sostegno. Di fronte ad eventi drammatici, ogni tentativo di dare risposte fredde, calcolate, preconfezionate ai perché, può deragliare sui binari morti del non senso, della spregiudicatezza, della ovvietà”, ha proseguito il sacerdote sottolineando la tragicità di un evento che ha travolto tutti, mostrando fragilità, impotenza e vulnerabilità di ognuno, facendo dubitare di Dio per un evento innaturale vissuto dai genitori, che non ha spiegazioni e risposte ma la possibilità di un atteggiamento eroico di ognuno, restando di fronte al dolore, accompagnando i familiari con la presenza e l’appoggio, soprattutto nei giorni futuri. Nell’omelia don Pizzo ha ricordato il modo in cui Gesù ha vissuto le tragedie della sua vita, invitando a rivolgersi a lui che può comprendere, compatire e restituire fiducia: “L’amore di una persona, l’amore che una persona lascia, dona o riceve non lo seppelliamo mai. Possiamo alimentarlo ancora di più sentendo la sua mancanza, possiamo contagiarlo, trasmetterlo, donarlo ancora di più a dismisura a chi si trova in condizione di bisogno simile, di sofferenza. Vogliamo allora far sì che il germe di immortalità che c’è in ognuno di noi, il desiderio di infinito, di assoluto rianimi le nostre esistenze stroncate da questa perdita e ci venga data la possibilità che questo strappo possa essere solo una momentanea consegna, un prestito, come di un gioiello prezioso che può essere un giorno svelato al mondo insieme a tutte quelle perle più preziose che hanno alimentato e accresciuto l’economia nascosta della Grazia”. Invocando la consolazione dello Spirito, don Pizzo ha concluso: “Muore ed è morta parte della vostra e della nostra vita, provocando un vuoto, una lacerazione, ma quella parte può rimanere sempre viva e presente laddove ha operato e ha amato. Aspetti così cara piccola giovane Margaret”.

Fonte: Agensir

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