
Papa Francesco: oltre 90mila persone per l’omaggio in basilica
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A Gaza, dopo un mese di assedio imposto dalle autorità israeliane, alcuni farmaci essenziali scarseggiano e stanno per finire, con il rischio di lasciare i palestinesi senza cure salvavita. È l’allarme di Medici senza frontiere (Msf) che chiede alle autorità israeliane di “mettere immediatamente fine alla punizione collettiva della popolazione palestinese e all’assedio disumano di Gaza, oltre ad assumersi le proprie responsabilità di potenza occupante per facilitare l’ingresso di aiuti umanitari su larga scala”. Le persone sono private di beni primari, come cibo, acqua e medicine mentre le forze israeliane continuano a bombardare la Striscia di Gaza, rischiando di causare un alto numero di complicazioni sanitarie e di morti. Da oltre un mese nessun aiuto umanitario o camion entra a Gaza, segnando il periodo più lungo dall’inizio della guerra senza l’ingresso di camion nella Striscia e il 2 marzo, un mese fa, le autorità israeliane hanno imposto un assedio totale di Gaza. Il 9 marzo hanno tagliato l’elettricità, necessaria per alimentare gli impianti di desalinizzazione dell’acqua. Un blocco totale degli aiuti e dell’elettricità che sta privando la popolazione dei servizi più basici, una vera e propria punizione collettiva. “Le autorità israeliane hanno condannato la popolazione di Gaza a sofferenze insopportabili con questo loro assedio letale” afferma Myriam Laaroussi, coordinatrice delle emergenze di Msf a Gaza. “Questa violenza deliberata inflitta ai danni alle persone è come una morte lenta; deve finire immediatamente”. L’assedio ha costretto i team di Msf a iniziare a razionare farmaci, come gli antidolorifici, fornendo cure meno efficaci o rimandando a casa i pazienti. I team di Msf stanno anche esaurendo le scorte di materiale chirurgico come anestetici, antibiotici pediatrici e medicinali per patologie croniche come l’epilessia, l’ipertensione e il diabete. A causa del razionamento, le équipe di Msf in alcune cliniche di assistenza sanitaria di base devono curare le ferite dei pazienti senza fornire alcun antidolorifico. Inoltre, i team di Msf non sono più in grado di donare sacche di sangue all’ospedale Nasser a causa della mancanza di scorte, mentre continua l’afflusso di pazienti feriti a causa degli implacabili attacchi israeliani.
A causa della mancanza di sapone e acqua pulita, nelle cliniche di assistenza sanitaria di base Msf sta registrando un aumento dei casi di malattie cutanee. A febbraio, i team di Msf hanno curato 565 casi di malattie cutanee nella clinica Al Hekker a Deir Al Balah e 1.198 casi nella clinica Al Attar a Khan Younis. In sole 2 settimane di marzo, il numero di casi a Al Hekker aveva già raggiunto i 437, quasi l’80% del totale di febbraio, mentre ad Al Attar erano stati trattati 711 casi, quasi il 60% del numero di febbraio. Per le persone con malattie non trasmissibili, come l’ipertensione e il diabete, le conseguenze della mancanza di cure possono portare a gravi complicazioni, come disabilità permanenti e in alcuni casi anche la morte. Dall’inizio del blocco degli aiuti, le équipe di Msf hanno potuto fornire ai pazienti i farmaci sufficienti solo per sette-dieci giorni.
Fonte: Agensir
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