Papa Francesco: “vergogna per lo scandalo della divisione dei cristiani”
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Ogni mese, una media di 60 bambini (due al giorno) necessita di cure fuori Gaza, ma le domande vengono respinte o lasciate senza risposta. Nel solo mese di maggio, quasi 100 richieste per bambini presentate alle autorità israeliane, sono state respinte o lasciate in sospeso. Nei primi sei mesi del 2023, quasi 400 bambini a Gaza – almeno due bambini al giorno – non hanno potuto ricevere le cure mediche necessarie in Cisgiordania, rimanendo senza accesso a interventi chirurgici salvavita o farmaci urgenti. Lo afferma Save the children. Nel solo mese di maggio, quasi 100 richieste per bambini ammalati presentate alle autorità israeliane sono state respinte o lasciate senza risposta, proprio quando le ostilità tra Israele e i gruppi armati a Gaza si sono intensificate. Ostilità che hanno causato 33 morti tra i palestinesi, tra i quali almeno sette bambini, e due persone in Israele. Secondo il Ministero della Salute di Gaza, durante l’escalation delle ostilità, tra il 9 e il 13 maggio 2023, centinaia di pazienti e i loro caregiver non sono stati in grado di raggiungere luoghi per le cure mediche salvavita in Cisgiordania, Gerusalemme Est o in Israele. L’anno scorso, tre bambini sono morti mentre le loro richieste di permesso di uscita da Gaza erano state respinte o erano in fase di revisione. Tra questi, un bambino di 19 mesi con un difetto cardiaco congenito e un ragazzo di 16 anni affetto da leucemia. A causa delle restrizioni del governo israeliano sull’ingresso di attrezzature mediche e farmaci a Gaza, né la chemioterapia né i trattamenti radiologici sono disponibili.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), i servizi di cura e diagnosi per il cancro costituiscono la principale ragione per cui i pazienti hanno richiesto il permesso di lasciare la Striscia di Gaza tra il 2019 e il 2021. Nello stesso periodo, il 32% dei bambini con permessi approvati per uscire dalla Striscia di Gaza per usufruire di assistenza sanitaria, non avevano un genitore autorizzato ad accompagnarli, con il risultato che sono stati costretti a viaggiare con un altro parente o non hanno intrapreso affatto il viaggio. Dopo 16 anni di blocco, il sistema sanitario di Gaza è sull’orlo del collasso. Le ricorrenti escalation di violenza rappresentano una minaccia costante per la vita dei bambini e le restrizioni imposte dal blocco contribuiscono ad aumentare il tasso di povertà e la carenza di supporti sanitari nel mercato locale. Save the children chiede al governo israeliano di “porre fine al blocco di Gaza, poiché è la causa principale delle continue violazioni dei diritti fondamentali dei bambini. Secondo gli obblighi legali di una potenza occupante, il governo di Israele dovrebbe compiere ogni passo possibile per proteggere i piccoli pazienti di Gaza, promuovere l’accesso senza ostacoli all’assistenza sanitaria essenziale e sostenere il diritto alla salute e all’assistenza sanitaria per i bambini di Gaza e per le loro famiglie”.
Fonte: Agensir
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