Avvenire di Calabria

Gioco d’azzardo: Caritas ambrosiana, un gioco da tavolo per contrastare le trappole dell’azzardo

di Redazione Web

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Caritas Ambrosiana presenta a Fa’ la cosa giusta (Fiera Milano Rho, 14-16 marzo) un gioco da tavolo contro il gioco d’azzardo denominato Breaking the rules. Il gioco prevede di ripianare perdite finanziarie, senza finire per accumularne altre e insegna che affidarsi alla fortuna costa molto caro. Perché una vincita può capitare a chiunque. Ma alla fine a vincere è comunque il banco: il sistema è programmato per fare utili, anche a costo di rovinare i giocatori. Il gioco si potrà sperimentare sui cinque tavoli dello stand della Caritas, con sessioni di circa mezzora, al termine delle quali ci si potrà confrontare con operatori Caritas sulle trappole dell’azzardo. In questa missione Caritas ha attivato una sinergia con Taxi 1729, una società di comunicazione della scienza, fondata a Torino nel 2012, che trasforma contenuti scientifici considerati complessi e noiosi in strumenti e percorsi chiari e godibili. I record macinati con implacabile regolarità dall’azzardo (fonti: Giochi e scommesse: il labirinto dell’azzardo 2024, di Filippo Torrigiani, Cnca, e Il libro nero dell’azzardo. Edizione 2024, Federconsumatori e Cgil) hanno portato nel 2023 a quasi 148 miliardi di euro la raccolta del “gioco pubblico” in Italia (dovrebbe avvicinare i 160 miliardi nel 2024, dato in attesa di ufficializzazione, mentre le stime per il 2025 si spingono a 180 miliardi): significa che due anni fa gli italiani hanno speso per tentare la fortuna l’89% di quello che hanno speso per sfamarsi e significativamente più di quanto speso (131 miliardi) per curarsi. Il boom di giocate e incassi è dovuto alla vertiginosa crescita del cosiddetto “azzardo a distanza”, quello che si gioca on line: grazie alla spinta del Covid, dal 2020 ha superato per volumi l’“azzardo fisico” (casinò, ricevitorie, sale scommesse e bingo, macchinette nei locali pubblici…). Via internet, nel 2019 si erano giocati 36 miliardi di euro, impennatisi a 82 nel 2023 (intanto anche il gioco fisico è tornato quasi ai livelli prepandemici), grazie al coinvolgimento di 4,1 milioni di giocatori “da remoto”. Se si considera l’intero comparto dell’azzardo (a distanza + fisico), nel 2023 le “perdite” sono ammontate a quasi 22 miliardi di euro (più o meno una legge di bilancio dello stato), essendo state recuperati dai giocatori come “vincite” circa 126 dei 148 miliardi di “raccolta” (cioè di giocate). Ma il sistema conviene poco anche all’erario. Nel 2022 lo Stato ha incassato dai concessionari di giochi e scommesse poco più di 11 miliardi (dato destinato a essere confermato per il 2024) su poco più di 137 miliardi di raccolta (quasi 160 nel 2024). In Italia si calcola che giochino d’azzardo, almeno una volta l’anno, circa 18,5 milioni di persone: 5,1 milioni sono i giocatori “abitudinari” e “a rischio”, e tra questi ultimi 1,5 milioni sono i “problematici” o “patologici”.

Fonte: Agensir

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