Avvenire di Calabria

Giornata mondiale poveri: Caritas Udine, +36% di accessi ai centri di ascolto. È allarme per la condizione dei minori

di Redazione Web

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Nel 2023 i Centri di ascolto della Caritas diocesana di Udine (Cda diocesano di via Treppo, Cda della mensa “La Gracie di Diu”) e i nove centri di ascolto territoriali (Udine, San Daniele del Friuli, Gemona, Codroipo, Mortegliano, Rivignano-Teor, San Giorgio di Nogaro, Palmanova e Cividale) hanno dato supporto a ben 2.961 persone, segnando un aumento degli accessi del 36% rispetto al 2022. Sull’incremento incide indubbiamente il numero rilevante di accessi alla mensa diocesana da parte di richiedenti asilo in accoglienza precaria a Udine, ma non deve sfuggire come anche il numero complessivo delle persone di nazionalità italiana che hanno chiesto aiuto è, rispetto al 2022, aumentato del 24%. “Il fatto che i numeri siano in crescita senza soluzione di continuità è una tendenza che rileviamo anche noi – osserva Paolo Zenarola, vicedirettore della Caritas diocesana di Udine –. Ciò che più deve preoccupare è poi il numero elevatissimo di minori che vivono in povertà, bambini e ragazzi in condizioni di forte deprivazione a cui, di fatto, vengono negate occasioni di crescita e socializzazione come può essere, ad esempio, praticare uno sport. Non a caso i dati sull’intensità della povertà fanno emergere come i nuclei familiari più poveri tra i poveri sono proprio quelli dove ci sono bambini. C’è poi una cronicizzazione della povertà che erode il capitale progettuale, le aspettative e i sogni delle persone. Questo vale anche per i più giovani che – a causa di innumerevoli mancate possibilità – si vedono negare il ‘diritto ad aspirare’. Lo vediamo anche in Friuli, soprattutto in città”.
“Bambini e ragazzi pagano un conto altissimo – sottolinea Cristina Pitassi, referente dei Centri di ascolto diocesano –. Il lavoro povero, il lavoro precario porta tante famiglie, anche donne sole con i loro bambini, a spostarsi di città in città per inseguire un’occupazione, spesso anche con soluzioni abitative di fortuna. In questa condizione di povertà e ‘nomadismo’ per i bambini è praticamente impossibile tessere relazioni, socializzare, ma anche avere un percorso scolastico solido”.
Riguardo al “lavoro povero” anche a Udine i centri di ascolto rilevano una presenza non trascurabile di persone che chiedono aiuto: complessivamente lavora il 17% delle persone, di cui il 16% degli stranieri e quasi il 20% degli italiani.
Tra le buone pratiche per contrastare la povertà spiccano, a Udine, lo “Spazio Giovani” della Caritas diocesana, un luogo in cui si può studiare, leggere un libro, incontrare e condividere il tempo con altri ragazze e ragazzi, con una sala di registrazione. Si può inoltre prendere parte ai diversi corsi che vengono proposti durante l’anno. È inoltre presente un’équipe di educatori ed educatrici per accompagnare i ragazzi nei momenti complessi della loro vita. Sempre a Udine, un’esperienza importante è quella dell’Oratorio aperto della parrocchia del Carmine, in Borgo Stazione: uno spazio laico (aperto a tutti e senza etichette di appartenenza religiosa) e multietnico di aggregazione giovanile dove si possono fare attività ludico-sportive, musicali, culturali in libertà, auto-organizzandosi o facendosi aiutare da responsabili e animatori.

Fonte: Agensir

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