
Ue: Cese, obiettivi energetici. Accessibilità economica, neutralità carbonica, approvvigionamenti sicuri
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Da Casablanca a Napoli: è la storia di Karim, che Azione contro la fame fa conoscere in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Karim è originario del sud del Marocco, nato e cresciuto a Casablanca. È brillante, motivato: si laurea in Economia e Commercio e avvia alcune esperienze imprenditoriali. Eppure, il colore della sua pelle diventa presto un ostacolo.
“La mia origine etnica e il colore scuro della mia pelle mi esponevano a discriminazioni sistematiche e atti ostili da parte della società e, a volte, delle autorità locali. Fin da piccolo, soprattutto a scuola, ho sentito di dover sempre fare il doppio degli sforzi rispetto agli altri, solo per dimostrare che, nonostante la mia pelle nera, potevo essere intelligente quanto – o più – degli altri. Questa pressione costante era umiliante e mi faceva sentire escluso”, racconta Karim.
“A causa di tutto questo, non mi sentivo né al sicuro né rispettato. Vivevo con la costante sensazione di essere un bersaglio, invisibile per i miei diritti ma visibile solo per i miei tratti fisici. Questi fattori hanno reso impossibile una vita libera e dignitosa nel mio Paese d’origine”, aggiunge.
Spronato dalla madre a lasciare il proprio Paese in cerca di condizioni di vita più dignitose, arriva a Napoli. Fuori dalla città inizia a lavorare per un’azienda specializzata nella produzione e conservazione di alimenti.
Lavora in nero, senza tutele. Non ha nessuno che lo guidi, che gli dica cosa sia giusto fare, come molti altri. Finché un giorno i primi segnali di una grave malattia lo costringono a fermarsi. Karim non sa come curarsi o quali diritti gli spettino in Italia. Trascorre alcuni giorni tra sofferenze e dolori, finché non viene finalmente accompagnato in ospedale.
Presso uno dei poli di Pronto Soccorso di Napoli riceve una calorosa accoglienza e, dopo i dovuti accertamenti, resta ricoverato per circa un anno per sottoporsi regolarmente alle cure. È proprio in ospedale che entra in contatto con Azione contro la fame, grazie all’intervento di un’infermiera che si prende cura di lui e alle segnalazioni dello sportello Emergency.
“Adesso sto bene. E grazie ai professionisti di Azione contro la fame, sto completando un percorso di supporto all’inserimento lavorativo nel quartiere di Forcella a Napoli. Ogni giorno acquisisco maggiore autonomia, grazie agli insegnamenti e ai consigli ricevuti. Allo stesso tempo frequento un corso per diventare pizzaiolo e, in questo modo, sento di avvicinarmi sempre più a una stabilità lavorativa e di vita in Italia. Ho sempre amato le sfide e ogni giorno sento il bisogno di ricordare le mie radici, per tenere ben salda la direzione del cammino che sto costruendo qui in Italia”, afferma Karim che, solo da pochi anni, è tornato a rivedere il mare e adesso ci si reca con il desiderio di entrare in connessione con il suo Paese di origine.
“Mi sento fortemente italiano. Ho avuto l’opportunità di stringere delle solide amicizie qui e mi auguro che anche mia sorella e mia madre possano raggiungermi per inseguire insieme un nuovo destino. Anche se il mio timore più grande rimane il rifiuto. Tanto nel mondo del lavoro quanto sul piano sociale, il rifiuto rappresenta ad oggi la mia paura ricorrente”.
Karim è tra i partecipanti al corso del 2025 del programma di Azione contro la fame a Napoli. Il giovane ha preso parte agli incontri con impegno e spirito di iniziativa.
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