Oggi dalle 10 alle 17 a Calanna la prima delle due Giornate Fai d’Autunno dedicata alla fondatrice Giulia Maria Crespi. Di seguito un breve viaggio nell’importanza storica di questo borgo sopra Reggio Calabria.
di Sebastiano Iaria - Calanna è un comune di circa mille abitanti situato sul versante tirrenico della Città Metropolitana di Reggio Calabria che si affaccia sulla vallata della fiumara Gallico. Sull'origine del nome esistono varie ipotesi: secondo Luigi Nostro, considerando la posizione panoramica dell'area, deriverebbe dal greco Kalé amyne (bella difesa), per altri studiosi dal termine Calanco (F. Arillotta) - un tipo di roccia friabile - oppure da Columna Rhegina, un'importante stazione di sosta romana della Via Popilia i cui abitanti trovarono rifugio sulle colline circostanti. Le prime fonti documentarie dell'abitato risalgono al periodo svevo, nel 1239, in cui viene attestata l'esistenza di un Castrum Calanne, durante il periodo angioino, nel 1266, si fa riferimento al nome del castellano Marino. Grazie ad importanti ritrovamenti archeologici del secolo scorso sappiamo che l'intera area era frequentata ancor prima della colonizzazione greca dell'VIII secolo a.C da popolazioni indigene organizzate in piccoli villaggi, attratte dalla posizione strategica del luogo che permetteva il controllo dello Stretto di Messina e l'accesso per lo sfruttamento delle risorse interne dell'Aspromonte.
Nel 1953, durante i lavori di costruzione di una strada, in Contrada Ronzo venne scoperto uno dei siti archeologici più antichi dell’intera provincia reggina: una necropoli pre-ellenica risalente ai secoli XIII-VII a.C, si tratta di numerose tombe "a grotticella" o "a forno" scavate in un canalone artificiale. Di notevole interesse e importanza storica sono i corredi funebri costituti da askoi (scodelle monoansate), tazze, boccali, frammenti di ceramica, fibule in ferro e in bronzo di tipo siculo risalenti alla prima età del Ferro (fine del IX sec. a.C.) . Oltre alla sopracitata necropoli protostorica, a Calanna troviamo anche una necropoli bizantina scoperta nel 1920 in Contrada Marchese. Tra i vari reperti rinvenuti nell'area della necropoli, di particolare interesse è certamente l'enkolpion cruciforme - una croce pettorale in bronzo - recante l'immagine stilizzata della Vergine col Bambino ed altre figure, datato al VI-VII secolo. Un altro reperto degno di nota, rivenuto nella stessa area nel 1884, è l'amuleto di steatite - una pietra di colore verde - con inciso San Giorgio in posizione eretta munito di lancia e scudo, databile X-XI secolo. Su un ampio pianoro di calcare conchiglifero che si estende sopra l'abitato sono ancora ben visibili i resti della fortezza normanna, situata in una posizione strategica da cui era possibile controllare lo Stretto di Messina.
La prima attestazione risale al 1239 durante il periodo svevo, mentre le indagini archeologiche effettuate sulla collina della fortezza evidenziano come la struttura venne edificata sui resti di un preesistente insediamento bizantino (XI sec.) Nel corso dei secoli l'area del pianoro - che doveva essere molto più vasta di quella che vediamo oggi - si è ridotta a causa dell'erosione del terreno nella parte occidentale. Sul lato nord sono comunque ben visibili resti di murature almeno in parte di età antica riutilizzate come muri di terrazzamento, un tratto della cortina muraria originaria e di alcune torri. Fiore all'occhiello di Calanna è sicuramente il piccolo Museo Archeologico sito in C. da Ronzo presso necropoli pre-ellenica. Inaugurato nel 2017, è costituito da due grandi sale curate ed eleganti all'interno delle quali si trovano piccole vetrine che custodiscono la maggior parte reperti costituti da corredi e vasi rinvenuti durante gli scavi o in maniera fortuita.
Le foto d'epoca sulle pareti, i pannelli esplicativi, i totem multimediali che mostrano filmati e ricostruzioni accurate della storia dell'intera area nel corso dei secoli, offrono al visitatore un'esperienza di visita ancora più completa ed esaustiva per la conoscenza del sito. L'intera area è molto importante e suggestiva anche da un punto di vista naturalistico e paesaggistico. Il paesaggio circostante è caratterizzato da particolari conformazioni chiamate "tafoni", costituite da un calcare conchiglifero plasmato dagli agenti atmosferici nel corso dei secoli, simili ai più noti “camini delle fate” della Cappadocia.