Diocesi: Monreale, dal 6 dicembre, a Terrasini, la XIII edizione della mostra dei presepi
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“Il segreto vero dell’annuncio del Papa Giovanni Paolo II nella sua visita a Catania 30 anni fa è Cristo Risorto, ragione della nostra speranza, forza e fecondità della vita nostra e delle nostre comunità”. Così mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo metropolita di Cagliari e segretario generale della Cei, ha commentato nella sua omelia in cattedrale la visita che il Papa santo compì il 4 e 5 novembre 1994 nella città etnea. Alla concelebrazione eucaristica nella basilica cattedrale di Catania, presieduta da mons. Baturi, erano presenti anche l’arcivescovo metropolita Luigi Renna, l’arcivescovo emerito Salvatore Gristina, un centinaio di sacerdoti, un popolo di fedeli e le autorità civili, a partire dal prefetto, Maria Carmela Librizzi.
Mons. Baturi ha ringraziato l’arcivescovo Renna dell’invito a presiedere l’eucarestia “nella chiesa cattedrale che mi è madre, perché quelle ventiquattr’ore, tra il 4 e 5 novembre 1994, [in cui Giovanni Paolo II fu a Catania] restano assai vive nella memoria di chi le ha vissute, segnando non solo la storia personale ma anche quella della nostra Chiesa di Catania e della città”. Il segretario Cei ha fatto notare che opportunamente l’arcidiocesi di Catania ha incentrato la riflessione non su “trent’anni fa”, ma su “trent’anni dopo”, perché solo così si può “raccogliere dal passato un senso che riguardi l’oggi della nostra Chiesa”, ed ha sottolineato come nei discorsi di Giovanni Paolo II la vita e la missione della Chiesa fossero sempre legate al cammino della comunità degli uomini, “quasi volendone promuovere l’intimo dialogo”. “Della città, Giovanni Paolo II – ha proseguito Baturi – avvertiva il difficile e faticoso cammino, i segni di speranza ma anche quell’esperienza di sopraffazione e degrado che esigeva da parte di tutti una grande responsabilità, capace di riscattare ogni pusillanimità o rassegnazione”. Ma il Papa offriva anche le ragioni per rialzarsi ed essere felici. “Che grande carità – il commento del segretario Cei – fu questo sguardo carico di simpatia per la nostra comunità”.
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