Avvenire di Calabria

Giubileo 2025: apertura della Porta Santa a Kiev e nella martoriata Ucraina. Arcivescovo maggiore Shevchuk, “la speranza cristiana è il segreto del nostro popolo”

di Redazione Web

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“La nostra speranza è nel Signore Gesù, per questo ci rallegriamo oggi, andiamo avanti in questo Nuovo Anno, confidando nel nostro Signore Salvatore. Ti chiediamo, Gesù, che sei nato dalla Vergine Maria e riposi in pienezza nella tua Chiesa, apri le porte a tutte le benedizioni celesti in questo nuovo anno”. Apertura dell’anno giubilare anche nella martoriata Ucraina. Ieri, 29 dicembre, prima dell’inizio della liturgia, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina (Ugcc), ha aperto solennemente con queste parole le porte della Cattedrale Patriarcale della Resurrezione di Cristo a Kiev come simbolo dell’inizio dell’anno giubilare 2025, che Papa Francesco ha dichiarato Anno della Speranza. E ieri, in contemporanea con Kiev, l’Anno giubilare si è aperto anche in tutte le chiese greco-cattoliche ucraine del Paese e nel mondo. La Porta Santa è stata solennemente aperta anche nella Cattedrale greco-cattolica a Kharkiv, città che si trova nella parte orientale del Paese a pochissimi chilometri dal fronte di guerra. “Il nostro tempio inferiore non è solo un luogo di preghiera, è un luogo sacro dove troviamo rifugio e protezione durante la guerra”, ha detto l’esarca Vasyl Tuchapets.

Nel messaggio che Sua Beatitudine Sviatoslav, ha rivolto in occasione dell’Anno Giubilare, si legge: “Nella nostra storia moderna, la speranza cristiana si rivela in modo nuovo, talvolta addirittura eroico. Siamo testimoni della speranza cristiana quando vediamo i nostri eroi che ogni giorno vanno incontro alla morte in nome dell’amore per Dio e per la Patria: la speranza allora ha il volto di un soldato. Quando vediamo i nostri medici e paramedici che non si stancano di curare ogni giorno le ferite della nostra gente, pur sapendo che la guerra domani potrebbe causarne di nuove, la speranza qui ha il volto di un medico. Quando vediamo operatori e soccorritori che ogni giorno smantellano macerie e lavorano per ripristinare le infrastrutture energetiche delle nostre città e villaggi, pur sapendo che domani, forse, un nuovo attacco missilistico distruggerà il loro lavoro, allora la speranza prende il loro volto. La speranza assume anche il volto della nostra gioventù, che in mezzo alla guerra sa amare, creare nuove famiglie e far nascere figli, pur consapevole di appartenere a una generazione che più probabilmente sarà presente ai funerali di loro coetanei che ai matrimoni. La speranza cristiana è il segreto della stabilità e dell’invincibilità del nostro popolo, che in mezzo alla guerra sa difendere la libertà a costo della propria vita, sogna un futuro migliore e costruisce oggi un mondo migliore per i propri figli. E la fonte di questa speranza è Cristo risorto, che in questo regno della morte ci indica la fonte della vita eterna che pulsa dentro di noi”.

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