Avvenire di Calabria

Giubileo 2025: mons. Marconi a Pro loco Regione Marche, “Italia terra unica, nata da unione di tanti popoli, nessuno se ne può impadronire”

di Redazione Web

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“La passione per il proprio luogo è la traduzione migliore di ‘Pro loco’, ed apertura accogliente verso tutti coloro che incontriamo, impegno per la pace nel mondo e per l’amicizia tra i popoli, come voi dimostrate bene, possono anzi dovrebbero convivere bene in uno stesso cuore. Se davvero è un cuore umano e grande”. Lo ha ricordato oggi mons. Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata, celebrando all’Abbadia di Fiastra il Giubileo delle Pro loco Marche. “Pro loco e particolarismo, amore per il popolo e le sue tradizioni e rifiuto ottuso dell’incontro e della collaborazione – ha detto – non sono sinonimi, come la gelosia ossessiva non è per niente l’amore vero, ma una malattia del cuore gretto e chiuso”. Da qui la riflessione del presule si è spostata sul significato di “Repubblica”, parola che “ci aiuta a pensare meglio l’Italia in una visione aperta e costruttiva della pace. Res-publica dice che prima di tutto l’Italia è ormai una ‘res’, una realtà, non solo un’idea ed un sogno”. L’Italia, ha ribadito, “è la terra unica e unita di un Popolo fiero e buono, ma che nasce dall’unione di tanti popoli che continuano a convivere ed a riconoscersi diversi ogni volta che passi un fiume o superi una valle montana. L’Italia è così un popolo di popoli in pace da 80 anni, che può insegnare al mondo come i popoli possono convivere in una sola umanità di fratelli, che, come tutti i fratelli, litigano sempre, ma si vogliono bene”. E questa “res”, che è l’Italia, è “res-publica, è di tutti perché nessuno se ne può impadronire, è libera e non è schiava, legata a quel sogno di universale pace tra i popoli che nei suoi uomini migliori cercò di costruire Roma e che da Roma oggi il Papa propone sempre più chiaramente al mondo”. Le Pro loco italiane, ha concluso, “se vivono a questo bel livello ideale, sono delle vere scuole di pace e di progresso che meritano davvero il nostro grazie e tutta la benedizione di Dio”.

Fonte: Agensir

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