Avvenire di Calabria

Giubileo 2025: mons. Massaro (Avezzano), “viverlo offrendosi reciprocamente, attraverso il perdono donato come segno di speranza”

di Redazione Web

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“Invito tutti a vivere il Giubileo come momento in cui offrirsi reciprocamente, attraverso il perdono donato come segno di speranza, una nuova possibilità e in cui guardare al futuro e non solo al passato”. Lo ha scritto il vescovo di Avezzano, mons. Giovanni Massaro, nella lettera pastorale “Furono colmati di Spirito Santo. Per divenire annunciatori coraggiosi, animati dalla speranza” che ha presentato ieri sera presso la chiesa di San Sebastiano martire, a Villa San Sebastiano, nell’incontro con la comunità di parrocchie (Villa San Sebastiano, Colle San Giacomo, Roccacerro, Tremonti, Poggetello, San Giovanni, Sante Marie) con i loro Consigli pastorali, i gruppi liturgici, i ministri straordinari dell’Eucarestia, le associazioni e con un invito speciale rivolto anche agli amministratori comunali. “La lettera pastorale – ha spiegato il presule – è nata dal desiderio di far conoscere due documenti redatti durante lo scorso anno: la relazione per la visita ‘ad limina’ e la restituzione diocesana della fase sapienziale del Sinodo”. “La lettera – ha aggiunto –, che è scritta a più mani, è un lavoro condiviso con il Consiglio pastorale diocesano. Il testo è diviso in tre parti con una parola chiave ciascuna ‘Formazione, profezia (coraggio), speranza’, esse sono i frutti del discernimento e dell’ascolto nonché i temi che ricorrono nelle sintesi sinodali”. Nella lettera pastorale – spiegano dalla diocesi dei Marsi – mons. Massaro sottolinea con forza l’importanza del progetto “Comunità di parrocchie” e l’attenzione ai giovani che “possono realizzare con coraggio segni di speranza e ci fanno riflettere sul fatto che non possiamo non abitare, pur con tutte le difficoltà che ciò comporta, il mondo virtuale”. Necessario fare rete per rispondere alle sfide della società. Ma solo “la speranza può animare la profezia” ed occorre “stare vicini alle sfiducie e ai dolori delle persone”. Non devono mancare la fraternità, la gioia di vivere, il perdono.

Fonte: Agensir

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