Avvenire di Calabria

Il restauratore calabrese di fama internazionale ha deciso di prestare gratuitamente la propria esperienza al progetto ''Arte Salvata''

Giuseppe Mantella: «Quella Nuvola rivela la storia di un popolo»

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Assieme al collega Sante Guido e alla direttrice del Museo diocesano “Monsignor Aurelio Sorrentino” di Reggio Calabria, Lucia Lojacono, è stato proprio lui a ideare e realizzare il progetto “Arte Salvata”, l’iniziativa con la quale la struttura museale sta custodendo e restaurando la Nuvola di Camerino, una macchina processionale seicentesca colpita dal sisma del 2016 nel centro Italia. Giuseppe Mantella è un restauratore calabrese di fama internazionale che ha deciso di prestare gratuitamente la propria esperienza a favore di questo progetto, giunto alle battute finali.

Professore, come procedono i lavori?

Inizialmente non pensavamo fosse un lavoro così complesso, anche perché di quest’opera si conosce veramente poco: l’assenza totale di punzoni lungo tutto il manufatto rende difficilissima la sua datazione. Per questo motivo, oltre che un’occasione di restauro, il cantiere è stato principalmente un’opportunità per capire e studiare molto sulla realizzazione di questo manufatto straordinario.

E cosa avete scoperto?

Beh, innanzitutto abbiamo compreso meglio la polimatericità della Nuvola, fatta di lamine d’argento applicate su una cornice di legno e tessuto e di una serie di raggere di legno dorato che fanno «esplodere» la scena attorno all’icona della Vergine. In secondo luogo, lo smontaggio e l’analisi del manufatto ci ha dato l’occasione di constatare che non tutte le parti che lo compongono sono coeve: abbiamo un po’ ricostruito la storia della costruzione di questa imponente macchina processionale che, nel tempo, ha subito degli interventi qualche volta anche maldestri e “violenti”.

Ad esempio?

L’opera è stata, a un certo punto della sua storia, smontata completamente e rimontata su una nuova cornice. Probabilmente in quell’occasione sono stati effettuati degli interventi: alcune lamine sono state sostituite con un procedimento semplificato, alcune saldature sulle figure principali sono state effettuate a stagno, alcune delle raggere sono state segate o eliminate e sono stati applicati chiodini non d’argento ma di ferro.

Come avete superato questi problemi?

Innanzitutto abbiamo effettuato la pulitura di tutti i pezzi, dopo i veri test fisici e chimici. Adesso stiamo rimontando l’opera e dovremo saldare, questa volta in maniera corretta, tutti i pezzi che si sono rotti. C’erano “angioletti” con la testa quasi completamente staccata.

Un lavoro impegnativo e duro, anche per la grande quantità di variabili ignote. Che effetto fa sapere che c’è un’intera comunità che aspetta febbrilmente un oggetto di culto?

È sicuramente una grande responsabilità ma anche un grande onore. Sono stati momenti straordinari, proprio perché abbiamo lavorato con la piena consapevolezza che c’è una comunità in attesa. È stata una bella avventura e siamo fieri di restituire la Nuvola più bella di prima.

Articoli Correlati

Cattedrale di Siracusa

Diocesi: Siracusa, sotto un pavimento di legno della cattedrale ritrovato crepidoma meridionale del tempio greco

Ritrovato nella chiesa cattedrale di Siracusa, sotto un pavimento di legno, ciò che resta del crepidoma meridionale del tempio greco (V secolo a. C.). “Non si tratta naturalmente di una scoperta, in passato sarà stato deciso di coprirlo. Per noi è molto interessante, e d’accordo con l’arcidiocesi vogliamo studiare il sito e valorizzarlo”, ha commentato […]