Avvenire di Calabria

I 50anni dell’Agesci con un pensiero speciale per Nicola Calipari

Tantissimi hanno risposto all’appuntamento regalando una pagina di festa e impegno alla città con una dedica molto speciale

di Redazione Web

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La moglie Rosa Maria Villecco è intervenuta in videoconferenza al termine del Consiglio Agesci ringraziando per la sincerità dell’affetto

All’Arena dello Stretto la scorsa domenica è stata una giornata di festa per i primi 50 anni di attività sul territorio dell’Agesci. Tantissimi hanno risposto all’appuntamento regalando una pagina di festa e impegno alla città. Tra i momenti più sentiti indubbiamente quello dedicato a Nicola Calipari. Solo qualche ora prima durante il Consiglio generale dell’Agesci a Bracciano, la Capo Guida e il Capo Scout d’Italia, rispettivamente Giorgia Caleari e Fabrizio Marano, hanno conferito l’attestato di benemerenza alla memoria di Nicola Calipari, consegnato alla moglie Rosa Maria Villecco.



Sono passati 20 anni da quel 4 marzo 2005 in cui Nicola Calipari, agente del Sismi, veniva ucciso a Baghdad nel 2005 durante la concitata liberazione della giornalista Giuliana Sgrena. Nicola è stato uno scout nel reparto “Aspromonte” del gruppo Asci Reggio Calabria 1 e poi nel 1973 divenne capo scout nei gruppi Agesci Reggio Calabria 1 e Reggio Calabria 3. Un uomo che con il suo impegno umano e professionale ha incarnato ogni giorno quella promessa fatta da ragazzo.

La benemerenza dell'Agesci per Nicola Calipari

La benemerenza è stata conferita infatti, tra l’altro, «Per essere stato pienamente “Uomo della Partenza”, capace di testimoniare la propria fede attraverso l’impegno per costruire un mondo migliore. Per la forza del suo limpido esempio che ci ricorda che il senso del dovere fa pari con i diritti ed è l’agire che concorre a costruire il bene comune. Nicola rappresenta per tutti noi, guide e scout, un compagno di strada che ci sprona, senza ostentazione, ma con cortesia e lealtà a fare della nostra vita un dono per le future generazioni di questo Paese».

La moglie Rosa Maria Villecco è intervenuta in videoconferenza al termine del Consiglio ringraziando per la sincerità dell’affetto dimostrato. «Ho sentito raccontare Nicola per quello che era» il suo primo commento. Ha ripercorso quindi primi anni quando si sono conosciuti e lui giovane commissario di Polizia era in prima linea negli anni del terrorismo interno. Erano gli anni della paura «ma lui ha sempre tenuto la barra dritta, nel senso che Nicola mi dava sempre l’impressione di non aver mai paura della morte. Nicola non parlava mai del rischio, anzi tranquillizzava me e i suoi figli» anche quando questi ultimi diventati adolescenti capivano che la sua era una vita sempre a rischio.


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Perciò «Nicola dava sempre questo senso di serenità attorno a sé anche se chiaramente c’erano momenti di grande tensione soprattutto nell’ultima esperienza lavorativa all’interno dei servizi di intelligence italiani. Però aveva la capacità di farci sentire che lui era la roccia e noi eravamo protetti. E questo senso di continua tutela passava anche negli altri». Un sentire riportato da questi ragazzi ormai adulti scout così come successivamente da quanti hanno nel tempo lavorato con lui.

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