Reggio Calabria, un tratto di lungomare intitolato a Giacomo Matteotti
La città dello Stretto celebra il centenario della scomparsa del deputato socialista. Posizionata una stele sul lungomare.
Da poco ordinato diacono, Angelo Pensabene condivide le emozioni, i ricordi e le riflessioni che hanno caratterizzato questo importante passo nella sua vita, raccontando il percorso che lo ha condotto a dire il suo “sì” definitivo a Dio.
Il 30 ottobre 2024 è stato il giorno in cui l’arcivescovo Fortunato Morrone mi ha consacrato diacono nella mia parrocchia, San Biagio vescovo, a Gallico Superiore. A distanza di alcune settimane, porto ancora vivo nel cuore il ricordo della celebrazione: le emozioni, le parole, gli sguardi e gli abbracci che hanno reso quel giorno unico e speciale. La gioia di essere consacrato a Dio in un “per sempre” che non limita, ma dona libertà, è ancora vibrante. Una libertà che mi permette di seguirlo e annunciarlo, ora in questa nuova veste di diacono.
Mi accompagna anche lo stupore se mi fermo per un attimo a ripensare che solo sette anni fa ero dietro una scrivania, immerso nel mio lavoro quotidiano tra numeri, scadenze e consulenze. È sorprendente ricordare come, negli anni, la ricerca del suo volto abbia dato senso a ogni momento. Una scintilla del suo amore ha incendiato il mio cuore, spingendomi a camminare verso di lui, verso una vita piena, la verità, la gioia. In lui ho trovato il senso ultimo, il motore di questo viaggio. Le paure e i dubbi, naturali in ogni passo importante della vita, hanno ceduto il posto a un abbandono fiducioso in lui.
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Questa fiducia, certo, richiede di essere rinnovata ogni giorno, con la scelta continua di portare Cristo a chiunque incontrerò in questa nuova missione di diacono transeunte.
Tra i ricordi più intensi c’è la veglia della sera precedente l’ordinazione. Un momento segnato da simboli profondi: una valigia da clown, aperta sotto una Bibbia e sotto a Gesù Eucaristia. Ho vissuto una forte emozione nel vedere la mia vita affidata, intrecciata al suo amore. Il giorno dell’ordinazione, oltre al battito del cuore più intenso, la gioia ha invaso ogni parte di me, coinvolgendo anche tutti i presenti. Il culmine è stata la celebrazione eucaristica: una gioia condivisa, una comunione in lui.
Le parole dell’arcivescovo Morrone mi sono rimaste impresse: «L’amore gratuito del Padre per tutti i suoi figli non si può conquistare con i propri meriti, ma può solo essere accolto e condiviso, nonostante i nostri limiti. Questo è il Vangelo». Queste parole racchiudono l’esperienza vissuta finora. Un momento toccante è stato l’abbraccio paterno del mio parroco, don Nino Russo, subito dopo la consacrazione, segno tangibile dell’amore di Dio che si manifesta attraverso gli uomini.
Nei giorni successivi, tante sono state le “prime volte”: proclamare il Vangelo, la prima omelia, la prima Liturgia della Parola. Giorni vissuti affidandomi quotidianamente a un Dio che ci precede, un Dio sempre con noi.
Ho iniziato a conoscere la nuova comunità a cui presterò servizio come diacono: la parrocchia di Villa San Giuseppe, dove sono stato accolto con calore dall’amministratore, don Francesco Velonà. Sono consapevole delle sfide e degli impegni che mi attendono nei prossimi mesi. Tuttavia, il mio obiettivo non sarà tanto pensare al “fare”, quanto portare ovunque un’immagine credibile di Cristo servo, liberandomi sempre più del “superfluo” e cercare ancora una volta il suo volto, abbracciando pienamente questa missione. Infine, ringrazio Dio per il suo amore, sempre presente anche nei momenti in cui non lo percepivo.
Lo ringrazio per le persone che mi ha posto accanto, in questi giorni e da sempre. Con la sua grazia, voglio essere uno strumento nelle sue mani, per aiutare tutti a scoprire l’invito alla salvezza e a vivere la propria vita piena e vera in lui, e fare già oggi, della propria vita, un’avventura meravigliosa.
La città dello Stretto celebra il centenario della scomparsa del deputato socialista. Posizionata una stele sul lungomare.
In tutto 22 i punti all’ordine del giorno approvati. La minoranza lascia l’aula in polemica: «Noi poco coinvolti».
A partire da oggi, a Reggio Calabria in programma due giornate con testimonianze e un convegno a cui prenderà parte anche il vicepremier Antonio Tajani