Avvenire di Calabria

Il primo Gioco della Pace nasce nella parrocchia di Pellaro

I ragazzi dell'Azione Cattolica hanno raccolto l'dea lanciata dall'Arcivescovo durante il Pellegrinaggio Mariano

di Gianluca Del Gaiso

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Presentato ufficialmente in occasione della recente visita dell'arcivescovo alla parrocchia di Santa Maria del Lume

Parte da Pellaro il Gioco della Pace, nato da un’intuizione di monsignor Fortunato Morrone, lanciata ai ragazzi in occasione del Pellegrinaggio Mariano. «A novembre scorso – spiega don Yves Pascal Nyemb, parroco di Santa Maria del Lume a Pellaro – durante il Pellegrinaggio Mariano dei ragazzi al Duomo, l’Arcivescovo ha proposto ai ragazzi di preparare un Gioco della Pace, così i nostri educatori in parrocchia quando sono tornati si sono organizzati per cercare di prepararlo e quando il vescovo è tornato a celebrare lo scorso 8 febbraio qui da noi, i ragazzi e gli educatori lo hanno presentato ufficialmente».



Il Gioco della Pace prende spunto dalla trasmissione televisiva Affari Tuoi, spiega Maria Nocera, educatrice. «SI chiama Affari di Pace e ci sono venti partecipanti ma possono essere anche di più, anche tanti quanti sono i ragazzi nei gruppi. All’interno delle scatole i ragazzi troveranno degli atteggiamenti. Alcuni sono di Non Pace, altri di Pace. La differenza tra le due è che nel secondo caso troveranno dei regali mentre nel primo caso ci saranno delle penitenze. Nulla di drammatico ma piuttosto dei giochi simpatici per far dimentica la parola della Non Pace. Perché facendo sorridere gli altri l’atteggiamento di Non Pace sparisce. La finalità è proprio quella di far riflettere i ragazzi sulla parola Pace e il valore che questa ha nel mondo».

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I protagonisti dell’iniziativa, spiega Francesca Cogliandro, educatrice, sono «una ventina di ragazzi appartenenti all’Azione Cattolica tra i 12 e i 14 anni». Una delle tante realtà operanti nella Parrocchia di Pellaro. «Nella nostra comunità – aggiunge Angela Falduto, educatrice – ci sono anche altri gruppi presenti, così come altri movimenti. Penso agli Scout, la Caritas, il Coro Parrocchiale, piuttosto che il gruppo dei Francescani, le Cellule e i gruppi come quello di Padre Pio. Molti sono gruppi di preghiera che si incontrano durante il mese mentre altri magari vanno sul territorio nelle case a incontrare le persone, portare conforto, la Parola di Dio».


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Ma se i grandi sono tanti e operativi anche i ragazzi da queste parti non di tirano indietro. Come «i ragazzi delle scuole medie che aiutano anche la Caritas nei periodi di raccolta alimentare». Il tutto coordinato dagli educatori e i catechisti. «Cerchiamo di stare accanto alle famiglie dei bambini, a supportarli se ci sono difficoltà e venirgli sempre incontro, cercando di stare vicini in maniera molto semplice, con tanta umiltà e nel silenzio della preghiera».

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