«Norma e interpretazione. Dalle discussioni ermeneutiche alla decisione giuridica»: è il titolo del libro del recente lavoro di don Francesco Candia, dato alle stampe da “Aracne editrice” di Roma, dedicato ad aspetti pratici e all’iter giurisprudenziale del ruolo del giudice nel processo canonico.
Ad introdurre il testo una lettura dell’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, Presidente della Conferenza Episcopale Calabra e la prefazione del prof. Patrick Valdrini, Rettore emerito dell'Istituto Cattolico di Parigi, già prorettore e professore di diritto canonico nella Pontificia Università Lateranense.
Nel lavoro di ricerca l’autore, esperto di diritto canonico, approfondisce i criteri giuridici e canonici ponendo una possibile soluzione al conflitto tra “verità dei fatti” e la loro corretta interpretazione canonico o civile da parte del giudice, tenendo presente che nelle diocesi è lo stesso Vescovo chiamato a valutare ogni singola decisione sulla semplificazione delle sentenze di nullità matrimoniale volute da Papa Francesco, esercitando la misericordia, la giustizia e la mitezza che contraddistinsero la missione dello stesso Cristo.
«Per il giudice canonico - scrive l’Arcivescovo Bertolone - interpretare significa sempre riconoscere, nella storia personale e familiare il messaggio di Dio stesso, ovvero la Parola, peraltro consegnata in testo sacri, perché vuole e deve ancora parlare e comunicare in situazioni, ovvero intende mostrare, anche attraverso le norme e le sentenze, i segni concreti dell’amore del Figlio di Dio fatto carne e unito con la sia Chiesa come all’opera in un’alleanza d’amore, perché tutti siano salvati».
Nelle pagine, emergono numerosi spunti di riflessione che richiamano il lavoro dei giuristi canonici e statali.
Nella prefazione il professore Patrick Valdrini, fa emergere come il legislatore «è l’autore della legge che viene promulgata nell’ambito della sua funzione, nello scopo di creare un oggetto formale che, una volta divenuto legge, gli sfugge dalle mani e occupa un posto in un corpus giuridico, che ne renda possibile l’interpretazione da chi ha da applicare la legge».
Tre i capitoli in cui don Candia, offrendo una ricostruzione storico-critica del dibattito ermeneutico moderno-contemporaneo, richiama i principi dell’ermeneutica tra filosofia e diritto e tra teoria e prassi giuridica, interrogando il pensiero e il contributo di noti volti come Gadamer e Betti, Esser, Rorty, Vattimo e Ricoeur, per delineare il vero ruolo dell’ermeneutica nel diritto.
Nelle pagine emerge sempre il ruolo importante dell’ermeneutica, che assicura la certezza del diritto, in correlazioni tra norme giuridiche e fatti singoli. Tra i relativi problemi interpretativi che ne conseguono, l’autore richiama l’intervento prezioso della metodologia, tenendo presente la soggettività e il supporto di altre scienze umane, come la psicologia, in grado di aiutare il giudice nell’approfondire i vari quesiti.
Nella postfazione all’opera, anche il prof. Pasquale Giustiniani, ordinario nella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli, evidenzia il prezioso lavoro di ricerca di don Candia, evidenziando come il tribunale canonico «è il luogo in cui può e deve accadere un’ermeneutica della storia», con l’obiettivo di non solo “fare giustizia”, ma «di consentire addirittura a Dio stesso di manifestare la sua giustizia nel tempo e, insieme, di realizzare la sua misericordia negli accadimenti, pur sempre imprevedibili, della storia umana, soprattutto delle relazioni interpersonali che caratterizzano e la innervano».
Don Francesco Candia, presbitero dal 2005, da oltre un decennio è il segretario particolare dell’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, Presidente della Conferenza Episcopale Calabra. Giornalista pubblicista, ha conseguito la Laurea in Sociologia nella Facoltà di Urbino e il Dottorato in Diritto Canonico nella Pontificia Facoltà Lateranense di Roma. Da diversi anni esercita il ruolo di giudice nel Tribunale Interdiocesano Calabro. g.s.