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Immigrati: Caritas/Migrantes, 1 straniero su 3 è in povertà assoluta. Cresce il disagio giovanile

di Redazione Web

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Il 35,1% dei cittadini stranieri vive in povertà assoluta (tra i cittadini italiani la percentuale è pari al 7,4%), ossia 1.727.000 persone. Vale a dire che uno straniero su tre è povero. Tra le cause principali: disoccupazione (50,9%) e lavoro povero (24,7%). Rappresentano il 30,3% dei poveri assoluti in Italia. E’ quanto emerge dal XXXIV Rapporto Immigrazione Caritas/Migrantes presentato oggi a Roma, anche se i dati Istat aggiornati, diffusi oggi, registrano un aumento dell’incidenza al 35,6%, che riguarda oltre 1,8 milioni di stranieri. In ambito sanitario, ad esempio, nel 2023 i ricoveri di cittadini stranieri sono stati il 6,6% del totale. Le diagnosi più frequenti riguardano gravidanza e parto (22,2%). Crescono le malattie croniche e i rischi professionali, soprattutto nei lavori usuranti. Arrivano i primi segnali che anche la popolazione straniera sta invecchiando, con un aumento delle malattie croniche non trasmissibili. Al 31 dicembre 2024, i detenuti stranieri erano 19.694 (31,8%). “E’ una percentuale stabile rispetto agli anni precedenti – sottolineano Caritas e Migrantes -, nonostante la narrazione pubblica alimenti la percezione di crescita incontrollata dalla criminalità straniera”. Il Rapporto registra però il crescente disagio tra le fasce giovanili e un campanello d’allarme sono i 5.100 (23%) minori stranieri (con prevalenza da Marocco, Tunisia ed Egitto) presi in carico nel 2024 dagli Uffici di servizio sociale per i minorenni. Sul fronte lavoro gli occupati stranieri sono oltre 2,5 milioni (10,5%). Il tasso di occupazione per i non comunitari è al 57,6%, contro il 61,3% generale. La disoccupazione tra gli stranieri è al 10,2%, mentre tra gli italiani è al 6,1%. Preoccupa il dato sull’inattività, che aumenta del 6,1% per gli stranieri non comunitari. Nel 2024 sono stati attivati 2.673.696 rapporti di lavoro con cittadini stranieri, pari al 25% del totale. Tra le criticità: la diffusione del caporalato, la bassa partecipazione degli stranieri alle attività formative e le incognite legate al futuro della care economy. Il mercato del lavoro italiano, osserva il Rapporto, mostra però “una crescente dipendenza dalla manodopera immigrata, indispensabile per industria, servizi e welfare”. In agricoltura, i lavoratori stranieri superano le 426mila unità. Qui il numero di stranieri è raddoppiato dal 2010 al 2024 e oramai riguarda un lavoratore agricolo su 3.

Fonte: Agensir

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