
Gaza: vescovi olandesi, “preghiamo per una pace giusta e duratura”
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“Sosteniamo i corridoi lavorativi per ragioni etiche, perché eliminerebbero le traversate del Mediterraneo, e quindi le conseguenti morti e gli affari illeciti dei trafficanti di esseri umani, e per ragioni economiche, perché rispondono al bisogno di manodopera delle imprese. Ma anche perché con essi parliamo di formazione professionale dei lavoratori stranieri nei loro Paesi di origine per poi favorire l’ingresso in Italia sulla base delle esigenze delle imprese, e parliamo anche di formazione civico-linguistica, fondamentale per una vera integrazione”. Lo ha dichiarato Paolo Ragusa, presidente dell’Associazione lavoratori stranieri del Movimento cristiano lavoratori (Als Mcl), intervenuto questa mattina al convegno “Immigrazione: regole, legalità, integrazione – una risposta sistemica a una sfida strutturale” che si è tenuto presso la Camera dei deputati, a Roma. “Come Als Mcl – ha aggiunto Ragusa – riteniamo che, se opportunamente regolata, l’immigrazione sia una risorsa per l’Italia, una tesi sostenuta anche dai dati che riflettono, per il nostro Paese, il problema di un inverno demografico, tanto che nel 2023 l’Istat ha registrato il record negativo di nascite e, nel 2024, il minimo storico della fecondità, con 1,18 figli per donna. L’immigrazione può mitigare questo inverno, intanto perché gli stranieri residenti in Italia sono più giovani (età media di 35 anni, contro i 46 degli italiani) e hanno un tasso di natalità più alto (10,4 per mille contro 6,4 per mille), ma anche perché, se guardiamo all’economia, vediamo come il lavoro straniero realizza l’8,8% del Pil e che il nostro Paese ha bisogno di manodopera straniera, poiché un’impresa su due ha difficoltà a reperire lavoratori”. “Il governo – ha detto ancora Ragusa – ha dato una risposta importante in termini di ingresso regolare con l’approvazione dell’ultimo decreto flussi, che, con 452mila ingressi, ha stabilito un record storico nel 2024, incrementato ancora nel 2025. E tuttavia, oggi il decreto flussi è uno strumento obsoleto, perché non sempre riesce a tutelare i lavoratori e non piace più neanche alle imprese, e quindi forse va modificato. Noi, allora, sosteniamo la necessità di investire sui corridoi lavorativi come nuovo canale di ingresso regolare”. Ad oggi, tra i 28 progetti approvati in Italia, c’è anche quello che in Marocco l’Als Mcl sta realizzando insieme al principale sindacato marocchino, l’Ugtm, e che al momento sta vedendo la formazione dei primi 80 lavoratori nell’ambito della sanificazione, dell’industria alberghiera e di quella tessile, per poi inserirli in imprese che hanno sede in Abruzzo e in Sicilia.
Fonte: AgensirGaza: vescovi olandesi, “preghiamo per una pace giusta e duratura”
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