Avvenire di Calabria

Parole forti e richiami all'unità dopo l'incendio doloso al cantiere del torrente Santa Trada

Indignazione e solidarietà per l’attentato a Villa San Giovanni: «La città non si tocca»

Dura condanna da parte delle istituzioni e della società civile dopo il rogo che ha colpito un escavatore. La sindaca Giusy Caminiti: «Gesti come questi vogliono una vera comunità unita e compatta»

di Redazione Web

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Un incendio doloso ha colpito un mezzo dell’impresa al lavoro nel torrente Santa Trada, a Villa San Giovanni. Un gesto grave che ha scosso la comunità e ha suscitato un’ondata di indignazione e solidarietà da parte delle istituzioni, del mondo sindacale e della società civile.

Condanna unanime per un atto che colpisce la legalità

L’incendio che ha danneggiato un escavatore nel cantiere del torrente Santa Trada, nella notte tra il 28 e il 29 luglio, ha subito fatto emergere un coro unanime di condanna. Le prime parole pubbliche sono arrivate dalla sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, attraverso un post su Facebook che ha colpito per forza e chiarezza: «Sono arrabbiata e schifata di dovermi trovare, di nuovo, sconvolta di fronte alle fiamme! [...] Villa San Giovanni non è e mai sarà questo: MAI !!!», ha scritto, ringraziando Carabinieri e Vigili del Fuoco per il tempestivo intervento che ha evitato conseguenze peggiori.



«Adesso sì che deve esserci indignazione e vergogna: questi sono i gesti che vogliono una vera Comunità unita e compatta», ha aggiunto la sindaca, evidenziando quanto sia fondamentale una reazione corale.

La vicinanza della Città Metropolitana di Reggio Calabria

Un messaggio altrettanto forte è giunto dal sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che ha espresso «sdegno e profonda preoccupazione» per quanto accaduto, definendolo «un attacco inaccettabile alla legalità e alla sicurezza del territorio».


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«Esprimo piena solidarietà alla sindaca Giusy Caminiti, alla sua Amministrazione e all’intera comunità di Villa San Giovanni, che dimostra grande forza e coesione di fronte a episodi di inaudita violenza», ha dichiarato Falcomatà. E ha proseguito con un appello alla giustizia: «Sosteniamo con convinzione il lavoro delle Forze dell’Ordine e degli inquirenti, affinché i responsabili vengano individuati e portati di fronte alla giustizia».

Il sindaco metropolitano ha poi ricordato che «la risposta alla violenza è più unità, più impegno civile e più fiducia nelle nostre capacità di costruire un futuro migliore».

Il sostegno della CGIL e della Fillea CGIL Reggio Calabria

Alle voci di sdegno si sono aggiunte con forza quelle del mondo sindacale. La CGIL e la Fillea CGIL Reggio Calabria hanno condannato l’episodio definendolo «un gesto vile e criminale che va ben oltre il danneggiamento di un mezzo: è un attacco diretto allo sviluppo, alla sicurezza e alla legalità del nostro territorio».

In una nota firmata dai segretari generali Gregorio Pititto e Endrio Minervino, il sindacato ha espresso preoccupazione per gli effetti che azioni simili possono avere sulla realizzazione di opere pubbliche fondamentali: «Simili azioni rischiano di compromettere interventi essenziali per la tutela ambientale, la sicurezza idrogeologica e il benessere della comunità locale».

Il segretario generale della Fillea CGIL ha aggiunto: «La nostra solidarietà va alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti, alle imprese che operano onestamente e all’Amministrazione comunale, che si trova ancora una volta a fare i conti con la violenza e l’intimidazione». La CGIL ha inoltre auspicato una reazione «forte e corale» da parte dello Stato, delle istituzioni, del mondo del lavoro e della società civile, per ricostruire «un argine forte e unitario contro gli attacchi della criminalità», a difesa della legalità, dell’economia sana e del diritto a un lavoro dignitoso.

Il sostegno del Coordinamento calabrese della Rete di Trieste

Anche il Coordinamento calabrese della Rete di Trieste ha espresso solidarietà alla prima cittadina e all’intera comunità. Il coordinatore Giuseppe Marino ha parlato di un «atto doloso che lascia sgomenti per la sua violenza» e ha sottolineato quanto sia importante «che questi gesti non passino inosservati o vengano dimenticati».

«La sindaca Giusy Caminiti, la sua Amministrazione e la comunità di Villa San Giovanni non sono soli – ha detto Marino – ma circondati dal territorio metropolitano, dai suoi amministratori e dai cittadini che non permetteranno che simili atti fermino il percorso di legalità e giustizia».



Marino ha infine ribadito che la Rete di Trieste nasce anche per far sentire meno soli gli amministratori locali nei momenti più difficili, invitando la sindaca ad andare avanti «a testa alta e senza paura».

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