
Commissione Ue: presentati lo Scudo per la democrazia e la Strategia per la società civile
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Nell’anno formativo 2022-2023 si sono qualificati nei percorsi triennali di Istruzione e formazione professionale 44.589 giovani (-2.000 unità rispetto al 2021-2022), di cui il 26,8% in Lombardia, 11,5% in Piemonte e 11,2% in Veneto. I diplomati sono stati complessivamente 13.834, di cui il 52,1% nella sola Lombardia, 8,5% in Piemonte e 8,1% nel Lazio. Tra le qualifiche professionali più diffuse si confermano ancora l’operatore del benessere e quello alla ristorazione, seguiti a distanza dall’operatore meccanico. Tra i diplomati, invece, la classifica è guidata dal tecnico dei trattamenti estetici, dal tecnico dell’acconciatura e dal tecnico di cucina. Lo mette in evidenza il XXII Rapporto di monitoraggio del sistema di Istruzione e formazione professionale e dei percorsi in duale nella IeFp a.f. 2022-2023 realizzato dall’Inapp e presentato oggi a Roma.
Oltre alle disparità territoriali riguardanti gli esiti formativi, il XXII Rapporto registra “persistenti fenomeni di mismatch in diversi settori economici, vale a dire di disallineamento tra domanda e offerta di figure professionali riconducibili alle qualifiche e ai diplomi IeFp”. Nel complesso, viene sottolineato in un comunicato, solo il 37% dei posti offerti dalle imprese a tempo indeterminato è coperto dal numero dei giovani in uscita dai percorsi IeFp. In alcuni settori il tasso di rispondenza dell’offerta alla domanda è più preoccupante e si attesta a circa il 20% (meccanico, impianti termoidraulici, servizi vendita, tessile e abbigliamento). In altri ambiti il tasso di rispondenza è superiore al 60% (ristorazione, promozione e accoglienza, animazione e spettacolo), e non mancano fenomeni di saturazione, con numeri di qualificati e diplomati che superano le richieste delle imprese (benessere, agricoltura, grafico).
“I dati descrivono una filiera formativa che tiene, ma che resta ancora molto al di sotto delle opportunità occupazionali che il Paese offre”, ha affermato Natale Forlani, presidente dell’Inapp, per il quale “bisogna quindi lavorare lungo tre direttrici: occorre prima di tutto rivalutare lo status sociale ed economico delle figure in uscita dalla IeFp; in secondo luogo, rafforzare i meccanismi che consentono di riconoscere le competenze e i titoli di uscita e di sviluppare la professionalità in verticale con progressivi gradini di specializzazione. In terzo luogo è necessario facilitare il dialogo tra sistemi di istruzione, formazione e lavoro, sia favorendo il massimo ricorso alla formazione in contesto lavorativo, sia valorizzando la natura formativa dei tirocini extracurricolari e la finalità di transizione al lavoro del contratto di apprendistato”.

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