Avvenire di Calabria

Sedici incendi in due mesi nell’area dell’ex Polveriera

La «monnezza» brucia

Federico Minniti

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Sedici interventi dei Vigili del fuoco in sessanta giorni. Il lasso cronologico è recentissimo: tra il marzo e l’aprile 2017. A bruciare non sono sterpaglie in aperta campagna, bensì rifiuti di ogni tipo a pochi metri dalle abitazioni. Accade nel rione Ciccarello di Reggio Calabria, esattamente sui terreni dell’ex Polveriera, centomila metri quadrati di proprietà pubblica. La pertinenza dell’area, infatti, ricade sul ministero della Difesa e sul Comune di Reggio Calabria. Quello che potrebbe essere il “polmone verde” della Città, in realtà, è considerato – da taluni – come una discarica a cielo aperto. Ad occultare ed eliminare quanto conferito ci pensano dei fuochi innescati nelle diverse ore della giornata. Così le fiamme e i fumi spaventano i residenti che già da dieci anni portano avanti una battaglia “in solitaria”.
Eppure la zona dell’ex Polveriera si trova ad appena cento metri dalla Caserma Allievi Ufficiali dei Carabinieri, nonché a duecento metri dal nosocomio intitolato a Eugenio Morelli e dove sorgeranno anche i nuovi padiglioni del Grande Ospedale Metropolitano. Insomma, i presidi istituzionali nella zona non mancano, ma dell’andirivieni di furgoni, ape–car e camion, nessuno – tranne i cittadini residenti – si è mai accorto di nulla. Non sono mancate, affatto, le segnalazioni alle autorità competenti.
La “Terra dei fuochi” reggina è stata denunciata a più riprese con segnalazioni circostanziate. A riprova di ciò ne è testimone l’ultimo, massiccio, intervento di bonifica sul sito. Correva l’anno 2010 e fu l’esercito ad interessarsi alla rimozione di detriti e “fustoni”, il cui contenuto non fu mai meglio precisato. L’area, però, non fu recintata né fu predisposto un sistema di videosorveglianza. Il risultato è quello odierno: nell’ultimo bimestre, giusto per fare un esempio, sono diciassette le carcasse di autovetture “depositate” presso la zona abbandonata dalle Istituzioni, ma presidiata dalla comunità Rom che vive ghettizzata nella baraccopoli pro- prio all’interno del sito.
Una “guardiania” storicizzata su cui nel tempo si sono diffusi solo falsi proclami. È chiaro che la discarica dell’ex Polveriera di Ciccarello sia un problema sottaciuto che copre interessi “altri”. Su questi dovrebbe puntare i fari l’attività inquirente: a loro i cittadini del rione si rivolgeranno con una denuncia– querela che è stata anticipata da una raccolta firme. Preoccupa il materiale che si assiepa a pochi passi dai palazzi di viale Laboccetta e via Petrillina. L’allarme ecologico aumenta a dismisura in virtù delle continue combustioni, e le conseguenti inalazioni dei fumi, in una zona della città in cui vi sono anche istituti scolastici, centro sportivi e ludoteche. Si può ancora continuare a far finta di nulla? Le diffide – nei confronti degli enti titolari dell’area – non mancano, seppure ad oggi a latitare sono le risposte concrete che mettano in salvaguardia le condizioni sanitarie dei residenti.

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