Avvenire di Calabria

Ieri la solennità dei Santi Apostoli, patroni della città e della diocesi lametina

Festa Pietro e Paolo a Lamezia: santi che testimoniano la grandezza di Dio

Ha presieduto la santa messa l'arcivescovo ausiliare di Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela, monsignor Cesare Di Pietro

di Salvatore D'Elia

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«Mentre veneriamo i Santi Apostoli Pietro e Paolo, le colonne della Chiesa, i due candelabri nel tempio di Dio, essi sembrano dirci: attenti, perché la nostra grandezza non viene da noi ma da oltre noi, viene da Dio. È sorprendente, da un punto di vista meramente umano, che un pescatore di Galilea, illetterato, con un carattere a tratti impulsivo, diventi la pietra su cui Cristo edifica la sua Chiesa. E Paolo, da persecutore violento dei cristiani, diventa l’Apostolo delle Genti, che diffonde nel mondo fino ad allora conosciuto il seme del Vangelo, portandolo anche nella nostra Europa».  Così il vescovo ausiliare di Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela, monsignor Cesare Di Pietro che ieri, nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, Patroni della città e della diocesi di Lamezia  Terme, ha presieduto in Cattedrale al mattino il solenne pontificale con il presbiterio diocesano e alla sera la concelebrazione eucaristica con le autorità civili e militari durante la quale il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, a nome di tutta la comunità, ha rinnovato l’atto di affidamento della città ai Santi Patroni.


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Nei Santi Pietro e Paolo, ha proseguito il vescovo ausiliare di Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela, «risplende l’opera di Dio, un Dio che non si scandalizza di servirsi di uomini fragili. Il Signore non chiama persone degne, ma rende degni coloro che chiama. Come ha fatto con Pietro e Paolo, così fa anche con noi: anche noi possiamo essere chiamati se ci apriamo al dono della sua Grazia che ci trasforma».

Nelle figure di Pietro e Paolo – ha ricordato monsignor Di Pietro – «emerge la complementarietà e reciproca interazione nella Chiesa del principio gerarchico, incarnato dal Vescovo e dal presbiterio unito a lui, e del principio della sinodalità: Pietro è l’uomo del governo della Chiesa, Paolo chiamato all’ annuncio ed evangelizzazione. La loro unione nella celebrazione liturgica di questo giorno ci ricorda l’esigenza di armonizzare sensibilità diverse in una superiore comunione.  È la carità che tiene insieme ciò che di per sé, dal punto di vista solamente umano, sarebbe incompatibile. Sta qui tutta la bellezza della Chiesa che non è un blocco monolitico e indifferenziato, ma un corpo organico, un popolo in cammino, in cui l’altro da me non è un estraneo da cui diffidare ma un fratello che aggiunge al progetto di Dio ciò che io non ho potuto dare».

Monsignor Di Pietro ha portato il saluto del vescovo eletto monsignor Serafino Parisi «che mi ha raggiunto telefonicamente proprio ieri, chiedendomi di portare a tutti voi il suo saluto benedicente e l’attestazione del suo ardente desiderio di incontrarvi presto. Viviamo questa festa in comunione di preghiera con lui”. E ha portato anche il saluto di monsignor Giuseppe Schillaci “che ha servito per tre anni con amorevolezza questa Chiesa diocesana e che ho incontrato nei giorni scorsi in occasione della conferenza episcopale siciliana».

Nella vita e nella missione dei Principi degli Apostoli – ha sottolineato Di Pietro – «emerge l’azione di Dio che non abbandona mai coloro che chiama. Pietro comprende che è il Signore ad averlo liberato dalla prigione e Paolo, al termine della sua vita, traccia una sorta di consuntivo dal quale appare in tutta evidenza che il Signore non l’ha mai abbandonato». Al termine della processione, il vescovo ausiliare di Messina ha invocato l’intercessione dei Santi Patroni «su questa Chiesa diocesana che attende il suo nuovo pastore perché, insieme a lui, possa continuare a camminare nella gioia del Signore. Ai nostri Patroni presentiamo le famiglie in difficoltà, i giovani in cerca di lavoro, anche i nostri rinnegamenti e i nostri tradimenti perché il Signore continui ad incrociare il nostro sguardo come quello di Pietro producendo in noi lacrime di pentimento per tornare a Lui con tutto il cuore,  per proclamarlo come il Figlio del Dio vivente e manifestare la gioia prorompente del Vangelo che ha rinnovato i nostri cuori e chiede di rinnovare ogni giorno questa meravigliosa città di Lamezia Terme».

Sempre ieri, il vescovo eletto monsignor Serafino Parisi ha fatto giungere il suo messaggio alla Chiesa diocesana in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo «con gli auguri più sinceri affinché il fulgido esempio di vita e testimonianza di questi primi cristiani sia un insegnamento per camminare lungo la strada che Cristo ci ha indicato».

La festa dei Santi Patroni di Lamezia, gli apostoli Pietro e Paolo è stata preceduta dal novenario della comunità parrocchiale della Cattedrale guidata da don Carlo Cittadino, che ha riflettuto sui temi della sinodalità e della figura del vescovo nella vita e nella missione della Chiesa.

A portare il saluto della Chiesa diocesana a monsignor Di Pietro, l’amministratore diocesano monsignor Giuseppe Angotti che ha ricordato come «ogni anno, da consolidata tradizione, il presbiterio diocesano compie una sorta di pellegrinaggio ai piedi dei Santi Apostoli per essere da loro confermato nella fede e nella passione nell’annuncio del Vangelo. Quest’ anno la nostra preghiera è rivolta in particolare al nostro nuovo vescovo Serafino, che vive questa festa in comunione di preghiera con noi. Vogliamo invocare sulla sua persona e sul suo ministero, caro monsignor Di Pietro, la protezione dei Santi Patroni e sulla nostra Chiesa diocesana perché, preparandosi con gioia ad accogliere il nuovo vescovo, possa con lui continuare a camminare per i sentieri della storia portando a tutti la lieta notizia del Vangelo».


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Alla processione, presenti, oltre al clero diocesano e religioso, le rappresentanze delle diverse aggregazioni laicali diocesane e, per la prima volta, presente una rappresentanza di Cavalieri del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio della Real Commissione per l'Italia.

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