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“È stato un uomo di pace. In una regione tanto sofferente come il Kivu, lacerata dalla violenza, portava avanti la sua battaglia per la pace con mitezza, servendo i poveri, praticando l’amicizia e l’incontro in una società lacerata”. Così il Papa, ricevendo in udienza i pellegrini congolesi giunti a Roma per la beatificazione di Floribert Bwana Chui, ha definito il giovane martire africano, che “in un continente ricco di giovani, mostra come essi possano essere un fermento di pace disarmata e disarmante”. “Questo giovane, per nulla rassegnato al male, aveva un sogno, che si nutriva delle parole del Vangelo e della vicinanza al Signore”, ha spiegato Leone XIV: “Molti giovani si sentivano abbandonati e senza speranza, ma Floribert ascoltava la parola di Gesù: ‘Non vi lascerò orfani; tornerò da voi’. Nessuna terra è abbandonata da Dio! Egli invitava i suoi amici a non rassegnarsi e a non vivere per sé. Malgrado tutto, esprimeva fiducia riguardo al futuro. Diceva: ‘Il Signore prepara un mondo nuovo, dove la guerra non ci sarà più, gli odi saranno cancellati, la violenza non si affaccerà più come un ladro nella notte … i bambini cresceranno in pace. Sì, è un grande sogno. Non viviamo, allora, per ciò che non vale. Viviamo piuttosto per questo grande sogno!’”.
Fonte: Agensir