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“Non mi aspettavo la fumata, è stata emozionante. Tornerò in America con la gioia nel cuore, sapendo di aver visto un momento storico”. Le parole di una fedele statunitense riassumono il clima vivido e carico di emozione che si è respirato in Piazza San Pietro al momento dell’annuncio dell’elezione di Papa Leone XIV, primo Pontefice americano nella storia della Chiesa. Un attimo di sospensione, poi la fumata bianca. Un’esplosione di gioia ha invaso la piazza gremita, mentre migliaia di pellegrini, alcuni dei quali provenienti dagli Stati Uniti, si abbracciavano tra lacrime e sorrisi. Il cielo romano, inaspettatamente sereno, sembrava voler benedire questo passaggio epocale. “Sono molto sorpreso e felice per la Chiesa – racconta Philip, giunto apposta da Boston – è una scelta giusta. Prevost metterà l’attenzione sulla Chiesa americana e porterà a scoprire realtà cristiane nascoste. È una grande occasione anche per il dialogo internazionale”.
E mentre le campane suonavano a festa, tra la folla si sollevavano voci entusiaste. Un gruppo di giovani studenti provenienti dalla Virginia, che si trovano a Roma per motivi di studio, commenta: “Siamo felici. È una sfida per la Chiesa del mondo che deve diventare sempre più grande. La parola ‘pace’, che ha gridato con forza, è un messaggio che va ascoltato. L’America è internazionale, come la Chiesa”. Con loro anche tanti adulti, coppie, gruppi organizzati da mesi per assistere al Conclave. “Non crediamo ancora di stare qui a vivere questo momento– confida una coppia –abbiamo programmato di visitare Roma da febbraio. Citare subito la pace è stato un pensiero bellissimo. Possiamo fare passi in avanti per superare le crisi internazionali e costruire una comunità più sana”.
Tra i sacerdoti, la commozione è profonda. Padre Michael, giunto da Boston, fatica a trattenere l’emozione: “Conosco tanto di questo Papa. Sono troppo emozionato, spero che porti la parola di Dio con amore”. Anche padre John, dell’Arizona, sottolinea l’importanza di questa svolta: “Ora abbiamo un nuovo Papa. Il mondo può imparare una nuova cultura attraverso la vastità della Chiesa. La storia della pace è importante, le ragioni per costruirla sono tante. Speriamo nel dialogo con tutte le menti pensanti e con le realtà politiche del mondo”.
Parole forti arrivano anche dal vescovo Ausiliare anglicano di El Paso, Texas, che testimonia: “Sono così felice e sorpreso. In pochi si aspettavano un americano. Troppi associano gli Stati Uniti solo al consumismo, ma la fede è viva. Prevost lo dimostrerà con i fatti, seguendo la scia di Francesco. Non è business: è Spirito Santo, che agisce per il bene della Chiesa”.
La presenza americana in piazza era vasta e variegata, segno di un’attenzione crescente verso il cammino ecclesiale, anche oltre il “Vecchio Continente”. “Molti in America pensavano sarebbe stato eletto un europeo, magari un italiano – racconta un pellegrino del Midwest – ma Prevost unirà i territori. Sarà il Papa di tutti”. Papa Leone XIV è dunque il volto di una Chiesa che guarda all’unità, che sogna il dialogo, che si apre al mondo con la speranza di chi, come tanti oggi in piazza, sa che la fede non ha passaporto, e che la pace, come ha detto il nuovo Papa, è una strada da percorrere insieme.
Fonte: Agensir