Avvenire di Calabria

Leone XIV: mons. Marconi (Macerata), “una bella sorpresa del Signore risorto, guarda le cose del mondo dal punto di vista di Dio”

di Redazione Web

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“Papa Leone è stato da subito una bella sorpresa del Signore risorto. È infatti apparso subito a tutti che Papa Leone è un Papa venuto nel nome del Signore”. Lo scrive mons. Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata, nell’editoriale del numero di Emmaus di maggio. “Lo conoscevo come vescovo agostiniano ed ex superiore generale degli agostiniani, un ordine nel quale ho tanti ottimi amici in Umbria, a Roma e soprattutto a Tolentino. Un uomo spirituale e di preghiera, ma anche un uomo di cultura capace di dialogare con il pensiero contemporaneo”, ricorda il presule tracciando una sorta di identikit del neo Papa.
“Credo che Papa Leone ci stupirà spesso – prosegue Marconi -: noi abituati a pensare anche Dio dal nostro punto di vista tanto terreno, troveremo certo in lui un uomo concreto e terreno, naturalmente umile, moderno e capace di dialogo con il mondo, anche quello molto laico, ma che guarda le cose del mondo dal punto di vista di Dio, non da quello solo umano e mondano. È un bel punto di vista quello di Dio, una visione nuova, che manca ai potenti della terra. Non una visione vaga e disincarnata, ma altra e provocante, capace come Papa Leone ha mostrato da subito, fin nel primo discorso, di pensare “una pace disarmata, ma anche disarmante”. Ben diversa dalla visione di una pace conquistata con la guerra, ma anche da quella di un pacifismo che si arrende al male ed al maligno. Questa visione cattolica sul mondo, dal punto di vista di Dio, sarà un dono ed una provocazione per il nostro mondo”.
“Papa Leone XIII da cui ha preso il nome, fu il Papa della ‘Rerum Novarum’, la prima enciclica sociale della Chiesa cattolica, ma anche il Papa che inserì nella messa la preghiera a san Michele Arcangelo, per la difesa della Chiesa e del mondo dal demonio e del male. – conclude il vescovo di Macerata -. Un Papa che univa cioè visione spirituale e grande sensibilità sociale. Non credo che sia un caso che padre Prevost abbia scelto per sé il nome di Leone XIV”.

Fonte: Agensir

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