
Giubileo 2025: Acerenza, sabato a Tolve la celebrazione per operatori e volontari delle Caritas parrocchiali
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“Gesù non è un muro che separa, ma una porta che ci unisce. Occorre rimanere in lui e distinguere la realtà dalle ideologie”. Lo ha detto oggi Papa Leone XIV durante l’udienza giubilare nella basilica di San Pietro, richiamando il pensiero di uno dei più grandi teologi cristiani, il vescovo Ireneo di Lione, e incentrando la sua meditazione sul tema “Sperare è collegare”. “Riprendono questa mattina le speciali udienze giubilari che Papa Francesco aveva iniziato nel mese di gennaio, proponendo ogni volta un particolare aspetto della virtù teologale della speranza e una figura spirituale che lo ha testimoniato”, ha esordito Leone XIV. L’anno giubilare, ha aggiunto, “collega più radicalmente il mondo di Dio al nostro. Ci invita a prendere sul serio ciò che preghiamo ogni giorno: ‘Come in cielo, così in terra’. Questa è la nostra speranza. Ecco l’aspetto che oggi vorremmo approfondire: sperare è collegare”.
Con riferimento a sant’Ireneo, il Pontefice ha osservato: “Il Vangelo è stato portato in questo continente da fuori. E anche oggi le comunità di migranti sono presenze che ravvivano la fede nei Paesi che le accolgono”. “Come ci fa bene ricordarlo qui a Roma, in Europa!”, l’esclamazione del Papa. Ireneo “collega Oriente e Occidente. Già questo è un segno di speranza, perché ci ricorda come i popoli si continuano ad arricchire a vicenda”. Ireneo, però, ha chiosato Leone XIV, “ha un tesoro ancora più grande da donarci. Le divisioni dottrinali che incontrò in seno alla comunità cristiana, i conflitti interni e le persecuzioni esterne non lo scoraggiarono. Al contrario, in un mondo a pezzi imparò a pensare meglio, portando sempre più profondamente l’attenzione a Gesù. Diventò un cantore della sua persona, anzi della sua carne. Riconobbe, infatti, – ha concluso il Papa – che in Lui ciò che a noi sembra opposto si ricompone in unità”.
Fonte: Agensir
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