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A lungo termine, la mancanza di adeguato riposo, incide sulla salute mentale, con manifestazioni di ansia e depressione
La tecnologia è diventata una presenza costante nelle nostre vite, al punto da accompagnarci persino durante le ore notturne. L’utilizzo dello smartphone a letto, soprattutto tra i più giovani, è una pratica sempre più comune, ma quali sono i suoi effetti sulla qualità del sonno? In occasione della Giornata Mondiale del Sonno, che si terrà il 15 marzo, ne abbiamo discusso con Giusy Casile, psicologa e psicoterapeuta specializzata in psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza, per conoscere i rischi legati all’uso notturno dei dispositivi digitali e le possibili soluzioni per un riposo più salutare. Quali sono i principali effetti dell’utilizzo dello smartphone poco prima di coricarsi sulla qualità del sonno?
Spesso tenuto a fianco, e usato a letto, altera quantità e qualità del risposo notturno. Ciò accade per varie ragioni: il cervello rimane attivato dalla visione di video o dallo scrolling di immagini, non consentendo un’adeguata igiene del sonno. Essa consiste in una serie di accortezze ambientali e comportamentali per promuovere un sonno ristoratore. La presenza di suoni, vibrazioni o stimoli dal dispositivo, disturbano il sonno, interrompendone la continuità. In sintesi, l’uso dello smartphone e dei dispositivi, interferiscono con il regolare ciclo del sonno, associati a difficoltà di addormentamento e nel risveglio. L’insonnia può essere uno dei sintomi a breve termine; la mancanza di sonno è causa di stanchezza diurna, stress, calo di concentrazione, che per gli adolescenti si ripercuote anche su rendimento scolastico e relazionale.
Più a lungo termine, la mancanza di adeguato riposo, incide sulla salute mentale, con manifestazioni di ansia e depressione. Perché la luce blu emessa dagli schermi può interferire con il nostro ritmo circadiano? Il ritmo circadiano, per natura legato a fattori ambientali buioluce, definisce il ritmo sonnoveglia, fondamentale per dare all’organismo equilibrio. La luce blu simula, in qualche modo la luce diurna, inibendo il rilascio di melatonina, ormone prodotto dal cervello in assenza di luce, che concilia addormentamento e mantenimento del sonno, e stimola invece, come la luce diurna, cortisolo, che attiva lo stato di veglia.
Esistono fasce d’età più vulnerabili agli effetti negativi dell’uso notturno del cellulare? In realtà tutte le fasce d’età, subiscono effetti negativi per l’interferenza che i dispositivi hanno sui ritmi naturali. L’uso maggiore di adolescenti e giovani adulti dei dispositivi in ore serali, li rende più vulnerabili; da un lato, vivendo di più una socialità virtuale serale ne sono più coinvolti, oltre che per uniformarsi ai coetanei, anche con i fenomeni noti di dipendenza e vamping; inoltre la ricaduta su performance scolastiche e vita sociale, sono visibili a più adulti di riferimento che osservano; dall’altro, il cervello è ancora in evoluzione, l’alterazione delle funzionalità ha un impatto maggiore.
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Quali consigli può dare ai genitori riguardo all’uso notturno dello smartphone da parte dei figli adolescenti? Alcuni cambiamenti comportamentali, agevolano la riduzione dell’uso e la successiva eliminazione: migliorare l’igiene del sonno partendo da routine di addormentamento, creare rituali di spegnimento, dei dati internet, e dell’apparecchio stesso, almeno mezz’ora prima, al quale possono seguire attività di rilassamento preaddormentamento. È possibile monitorare e disattivare da parte dell’adulto, scaricare app che regolino l’autospegnimento. Inoltre, lasciare il dispositivo fuori dalla camera aiuta a non avere tentazioni. Ciò vale anche per il genitore stesso, perché, come in ogni buona prassi, il migliore insegnamento è l’esempio. (D.I.)
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