Avvenire di Calabria

L’Osservatore Romano: il mensile Donne Chiesa Mondo anche in inglese, spagnolo e francese. Il numero di luglio dedicato alla liturgia

di Redazione Web

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“Viviamo in un mondo entropico. La quantità di disordine è in aumento, e anche la frammentazione. La perdita di varietà investe ogni ambito, dalla risposta ecologica a quella pubblica. Tutto si sta sgretolando, perché non facciamo più parte di una società liquida. Il processo di digitalizzazione sta riorganizzando la società in maniera sempre più verticistica, attraverso procedure rigide e forme pervasive di influenza e controllo. Il Metaverso assorbirà il mondo, senza l’esterno? Siamo destinati a un universo di segni funzionali, che sapienti interpreti della contemporaneità hanno chiamato ‘miseria simbolica’?”. Si apre così l’editoriale a firma di Chiara Giaccardi del numero di luglio di “Donne Chiesa Mondo”, mensile femminile de L’Osservatore Romano, ora anche nelle versioni in inglese, spagnolo e francese, dedicato alla liturgia. E proprio “il linguaggio concreto della liturgia restituisce – secondo Giaccardi – carne all’astrazione delle nostre vite sempre più digitalizzate; ed è un linguaggio corale, un’esperienza di comunione in un mondo sempre più individualizzato. Forse è per questo che imparare da altre epoche e culture può essere utile anche oggi”.

Elena Massimi, presidente dell’Associazione dei professori di liturgia, scrive: “Sembra che oggi il gesto liturgico non abbia più senso; non parla più ai fedeli”. Di qui una precisazione: “La liturgia non è un pensiero, ma un’azione, e per questo richiede un’iniziazione lunga e graduale, capace di coinvolgere tutte le dimensioni umane”. “Nella liturgia – argomenta Alice Bianchi, dottoranda in teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana – portiamo davanti a Dio un mondo troppo individualista ed efficiente, che la liturgia stessa rischia di fomentare. Deve essere invece lo spazio della fraternità e della sorellanza che altrove manca. Uno spazio riposante, spontaneo, dove emergono la complessità e la pluralità delle esperienze, siano esse donne, uomini, bambini, studenti, poveri, lavoratori, nomadi, adulti o giovani”.

Fonte: Agensir

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