Avvenire di Calabria

Fioccano le razioni dal mondo della politica: da destra a sinistra, la presa di posizione è unanime

Manifesti censurati. Il coro bipartisan: «Gesto condannabile»

Redazione Web

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Fioccano le razioni dal mondo della politica: da destra a sinistra, la presa di posizione è unanime. Dai consiglieri regionali Neri (FdI) e Paris (Udc) fino ai componenti della maggioranza di Falcomatà, Marino e Sera, e della sua opposizione, Iatì. 

Giuseppe Neri. «Non solo da cattolico impegnato nelle istituzioni, ma come cittadino che dentro le istituzioni cerca di tutelare la libertà di espressione penso che l’approccio di un sindaco su temi etici e che hanno un’inclinazione di orientamento morale, non può essere soggetto a posizioni ideologiche di parte. Falcomatà non può permettersi, con pretesti strumentali dunque, di censurare chi la pensa evidentemente diversamente da lui. Nei manifesti non ci sono messaggi eversivi o di incitamento alla violenza, anzi l’orientamento ideologico è esclusivamente rivolto alla sensibilizzazione contro la madre di tutte le violenze: l’aborto. L’aborto è sempre una tragedia. Perché impedire la vita di un bambino è una tragedia. Falcomatà ritorni sui suoi passi e chieda scusa».

Nicola Paris. «Reggio Calabria purtroppo, ha tanti problemi da risolvere e il sindaco Falcomatà invece di lavorare per consentire alla sua comunità di vivere dignitosamente offrendogli mezzi e servizi, pensa a rimuovere manifesti. La rimozione dei manifesti contro l’aborto di “Pro Vita & Famiglia” è un atto che nulla a che vedere con il suo ruolo istituzionale. La giustificazione data dal primo cittadino che “i manifesti ledono la dignità personale dell’individuo”  dimostra invece, la volontà di Falcomatà di ledere intenzionalmente la libertà di espressione dell’essere umano e una netta censura di un uomo delle istituzioni che si erge a “dittatore” morale. Falcomatà parla tanto di violenza ma l’unica violenza che è stata fatta, è proprio la rimozione dei manifesti. In democrazia, tutti possono esprimere i propri pensieri e le proprie idee senza usare metodi prevaricatori o violenti È più violento tappare la bocca di chi non la pensa come noi. È più violento ergersi a portatore della verità assoluta. Falcomatà forse non ha ben compreso che la donna è libera di scegliere cosa fare del suo corpo e decidere se diventare madre o no».

Giuseppe Marino. «Sono convinto che la Vita rappresenti il dono più grande che va tutelato e difeso sempre. Secondo il mio punto di vista, da cattolico, una vita può essere sacrificata soltanto per salvarne un'altra. In ogni caso, sono profondamente rispettoso dell'altrui pensiero ed allo stesso modo delle libertà fondamentali. Prima fra tutte la libertà di manifestazione del pensiero sancita dalla nostra Costituzione, in modo particolare su temi così delicati che riguardano la coscienza individuale. Per questi motivi, personalmente non avrei fatto rimuovere i manifesti della campagna stop-aborto. Penso sia più utile aprire un dibattito in città, soprattutto con i giovani, sul valore della vita, anche per aiutare i nostri ragazzi a capire che le idee degli altri possono non essere condivise ma vanno rispettate». Al commento social di Marino si è unito, con una condivisione a trecentosessanta gradi, anche il consigliere comunale in quota Pd, Peppe Sera
 
Filomena Iatì. «“Manifesto abusivo” era una canzone di Samuele Bersani, ma per il sindaco Falcomatà è l’ennesima dichiarazione mistificatrice che nasconde il nulla che si propaga del suo ipotetico “secondo tempo”. La grande indignazione del sindaco Falcomatà per un manifesto che esprime pensieri personali sulla tematica dell’aborto è in linea con la sua cattiva amministrazione. Poco rispetto, anzi nessuno, per le opinioni diverse dalle sue. Il sindaco si indigna tanto per un manifesto  ma chiude gli occhi e le orecchie sulla mancanza di rispetto per la memoria dei nostri defunti nei cimiteri cittadini, non puliti da tante settimane. Tutta la città, sia in centro che nelle periferie, è invasa dai rifiuti, ed il nostro primo cittadino gioca con la comunicazione su “panchine fucsia”, sulla realizzazione del Parco lineare Sud (non fruibile), sulle foto e gli articoli  in campagna elettorale della scalinata del lungomare di collegamento con il porto, accanto allo scempio dell’Arena Lido, naturalmente chiusa. Non finisce qui, la storia continua con le dichiarazioni dei suoi assessori - Brunetti – che, a mezzo stampa, verificabile sul web, ha affermato in data 24 gennaio, che entro un mese il problema dei rifiuti sarà risolto. In effetti mancano dieci giorni, attenderemo fino al 24 febbraio! Potremmo anche parlare di impianti sportivi e dei canoni da pagare al comune da parte dei gestori: verifichiamo le morosità? Il tutto mentre la cittadinanza paga una Tari senza usufruire del relativo servizio. Con grande euforia accogliamo la delibera contro le scritte fasciste e naziste. Attendiamo sindaco in testa, un’altra marcia sul corso Garibaldi al canto di “Bella  Ciao", con i pugni chiusi. L’azione politica dell’amministrazione Falcomatà è pari allo zero. Altro che secondo tempo per la sua squadra, altro che partita di calcio, sembra di assistere ad un reality show, in cui il protagonista si specchia su se stesso e cerca di circondarsi di “yes man” per rafforzare la sua figura, che fino ad oggi sarebbe da zona retrocessione, per usare i suoi cari eufemismi calcistici».

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