Avvenire di Calabria

Prende il via oggi l’Esame di Stato. Si inizia con la prova di Italiano: al via il "toto tema"

Maturità 2025: in Calabria 18.155 candidati alle prove, tra emozioni, riti, novità e possibili tracce

A Reggio Calabria 159 le commissioni insediate. Il dirigente Praticò: «I ragazzi sono preparati, affrontano l’esame con consapevolezza e serenità». Le riflessioni di Guido Leone: «Un passaggio che segna per sempre»

di Redazione Web

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Oggi, 18 giugno, si è aperto ufficialmente l’Esame di Maturità 2025: in Calabria saranno 18.155 gli studenti coinvolti nella prova che, tra emozioni e cambiamenti, resta uno degli appuntamenti più iconici e attesi dell’intero percorso scolastico.

Le prove e i numeri calabresi dell’edizione 2025

Sono 524.415 gli studenti italiani impegnati nelle prove di quest’anno, mentre in Calabria operano 551 commissioni. Solo in provincia di Reggio Calabria, le commissioni sono 159, con 954 docenti chiamati a valutare 316 classi. A Catanzaro si contano 196 classi e 588 commissari; a Cosenza 399 classi e 1.200 commissari; a Crotone 100 classi con 300 docenti; a Vibo Valentia, infine, 87 classi con 264 insegnanti impegnati.



Tra gli istituti calabresi, i candidati provengono in prevalenza dagli istituti tecnici, seguiti dai licei scientifici, professionali, licei delle scienze umane, classici, linguistici, artistici e infine dai musicali.

Le principali novità dell’Esame 2025

Se l’impianto dell’Esame resta fedele alla formula tradizionale – due prove scritte nazionali e un colloquio orale – non mancano le novità rilevanti. A cominciare dalla condotta: il voto finale influenzerà direttamente i crediti scolastici, e solo chi avrà almeno 9 in condotta potrà accedere al punteggio massimo. In caso di voto inferiore a 6, l’esame sarà precluso o subordinato alla presentazione di un elaborato su tematiche di cittadinanza attiva, come previsto dalla legge 150/2024.


PER APPROFONDIRE: Scuola sotto esame tra bilanci e futuro


La seconda prova scritta, pur mantenendo la struttura nazionale, potrà essere personalizzata dalle commissioni sulla base dei programmi realmente svolti.

Quest’anno, inoltre, per la prima volta, il liceo musicale di Reggio Calabria, istituito cinque anni fa presso il Liceo di Scienze Umane "Tommaso Gullì", unico attivo in città, presenterà i suoi primi diplomati. «Una sfida aggiuntiva per i ragazzi che affronteranno anche prove di esecuzione, dopo un anno ricco di concerti ed esibizioni pubbliche», spiega il dirigente scolastico Francesco Praticò che è anche uno dei 551 presidenti di Commissione in Calabria.

Che clima si respira negli istituti calabresi

Praticò racconta l'atmosfera vissuta nel suo liceo, ma anche presso le altre scuole del territorio. «Le novità quest’anno – spiega – riguardano soprattutto la frequenza obbligatoria delle ore di PCTO per l’ammissione e le modifiche alla griglia dei crediti, con il voto sul comportamento decisivo per il punteggio massimo. Sono cambiamenti arrivati in corso d’anno, che però abbiamo gestito con serietà».

Sul clima tra gli studenti, Praticò sottolinea un approccio più maturo e sereno: «Gli alunni sono preparati e consapevoli, anche grazie alle simulazioni fatte. Il colloquio resta articolato, ma affrontato con responsabilità. Per i ragazzi del liceo musicale, sarà un momento ancora più speciale». Da qui l'augurio a tutti gli studenti calabresi: «Siate sereni. L’esame non è un ostacolo ma una porta verso il futuro. È il compimento di un cammino e l’inizio di nuove scelte».

Il rito della maturità e il suo immaginario collettivo

Nella sua puntuale e coinvolgente riflessione, il professore Guido Leone, già dirigente tecnico dell’Usr Calabria, esplora il significato profondo e simbolico della maturità. L’Esame di Stato – scrive – compie 102 anni, attraversando riforme, revisioni e semplificazioni, ma rimanendo l’unico momento in cui la scuola appare davvero unita, compatta, chiamata a valutare e a restituire un senso a ciò che ha trasmesso.

«Si dice che l’esame oggi sia più facile. Ma questa facilità è un’illusione», osserva Leone. La selezione, prima o poi, arriva comunque: sarà l’università, sarà il mondo del lavoro, sarà la vita stessa a valutarci, e spesso in modo ben più severo.

L’esame non è solo un passaggio scolastico, ma un guado esistenziale: si cammina sopra i sassi instabili di un torrente, e una volta arrivati sull’altra riva, non si può più tornare indietro. Resta dentro, per sempre, come quei ricordi tenaci che non abbandonano, come quelle madri che, anche con i figli ormai laureati, raccontano ancora con orgoglio e nostalgia la loro gravidanza, beata o difficile che sia stata.

Un sistema da ricostruire, un esame che resta

«La scuola oggi – continua Leone – è una casa disordinata, un cantiere perennemente aperto, attraversato da riforme e controriforme, troppo spesso priva di mezzi, sempre in bilico tra ciò che è e ciò che potrebbe essere». In questo scenario, l’Esame di Stato resiste come un’illusione di funzionalità, un rito che, nel suo essere rimasto tale, restituisce un senso di stabilità.

È un paradosso: in un sistema in affanno, l’esame è forse l’unico dispositivo che tiene ancora in piedi la struttura, se non nella sostanza, almeno nella forma. E per questo, suggerisce Leone, vale la pena che quella forma resti, finché non tornerà ad avere anche un contenuto.

Tra tracce attese e auguri finali

Le ipotesi sulle tracce della prova di italiano continuano a rincorrersi. «Il tormentone quest’anno è iniziato da un bel po’, soprattutto sulla rete», spiega ancora Leone, secondo il quale favoriti sono: D’Annunzio, Pirandello, Ungaretti e Italo Calvino, di cui ricorre il 40esimo anniversario dalla morte. Ed ancora Leopardi e Primo Levi per gli 80 anni dalla liberazione di Auschwitz.

Potrebbe anche incentrarsi su «eventi storici come la fine della seconda guerra mondiale (80 anni), sui processi della unificazione europea, le riflessioni sulla pace e la memoria sociale e collettiva. Infine, il tema sulla intelligenza artificiale. Mentre la violenza di genere e le crisi geopolitiche restano quotate per i loro legami con l’attualità».



In questo vociare, resta solo da augurare a ogni maturando di vivere questo passaggio con coraggio. Perché sì, ne vale la pena. L’Esame di Maturità, tra riti, ansie e scelte future, resterà per sempre una tappa indelebile della vita di ciascuno.

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