Gemellaggio tra il Circolo Velico e il Club Nauticque Hammamet
Un mare che unisce i popoli e permette lo scambio di esperienze marinare, di cultura,
La mediazione civile e commerciale assume un ruolo di grande rilievo sociale, offrendo una via non solo per risolvere le controversie, ma anche per ricostruire relazioni. Lo spiega Nancy Stilo, avvocato e mediatore civile, responsabile dell’istituto ADR Intesa di Reggio Calabria, nonché responsabile del dipartimento ADR della Fondazione Aiga “T. Bucciarelli”.
La riforma Cartabia ha impresso una svolta al ricorso alla mediazione, introdotta dal decreto legislativo 28 del 2010. Dopo circa quindici anni, la riforma ha riscritto quasi tutto il decreto, ampliando le materie in cui la mediazione è obbligatoria e incentivando la partecipazione delle pubbliche amministrazioni e dei condomini, grazie a norme specifiche. Inoltre, ha regolamentato la mediazione telematica e colmato alcune lacune, come la mancanza di gratuito patrocinio in mediazione e l’utilizzo della consulenza tecnica nel successivo giudizio. Ha ampliato la mediazione delegata introducendo anche una formazione specifica per i magistrati.
Tra i principali vantaggi la celerità e chiarezza nei tempi e dei costi di risoluzione del contenzioso. Nella giustizia ordinaria, spesso, la sentenza arriva quando il cittadino che aveva attivato quella sede ha ormai perso interesse. La mediazione consente fin dall’inizio di avere un quadro chiaro sui tempi, prevedendo una durata di tre mesi, prorogabile per altri tre, permettendo una risoluzione in tempi stretti.
Certamente, si tratta di una procedura molto snella. Dal deposito dell’istanza di mediazione, il primo incontro di mediazione viene fissato tra i venti e quaranta giorni successivi, con le convocazioni a cura dell’organismo. Relativamente ai costi, il decreto ministeriale 150 del 2023 ha introdotto una nuova tabella delle spese suddivise per scaglioni di valore, distinguendo spese di segreteria e indennità di mediazione per il primo incontro e indennità per l’eventuale prosecuzione.
È utile per tutte le materie civili dove è essenziale ripristinare un dialogo interrotto. L’articolo 5 del Decreto legislativo 28/2010 elenca le materie obbligatorie: condominio, diritti reali, successioni, locazioni, patti di famiglia, fitto di azienda, responsabilità medica, danni da diffamazione, contratti assicurativi, bancari e finanziari. La riforma Cartabia ha aggiunto anche l’associazione in partecipazione, il consorzio, il franchising, opera, rete, somministrazione, società di persone, subfornitura.
Sicuramente nelle vertenze tra privati, come divisioni e successioni, dove è cruciale ristabilire il dialogo. Anche nei diritti reali, come l’usucapione, grazie alla trascrivibilità dell’accordo. La riforma ha esteso l’esenzione dell’imposta di registro fino a 100.000 euro. Invece, nel settore assicurativo- finanziario, molte società continuano a non partecipare, nonostante le sanzioni. In questo ambito si potrebbe lavorare per incentivare l’adesione.
La risposta a questa domanda è già nei fatti: il legislatore, ampliando la mediazione, ne ha constatato l’efficacia. Tuttavia, c’è ancora una sfida culturale: la mediazione richiede apertura alla risoluzione amichevole, un concetto nuovo per molti in Italia, un paese tradizionalmente litigioso. Dal punto di vista normativo, residuano criticità in fase di miglioramento, è in fase di approvazione un decreto correttivo.
Come ho già spiegato qualche mese fa ad alcuni ragazzi delle scuole, a differenza del giudizio, dove un giudice stabilisce chi ha ragione e chi ha torto, spesso compromettendo definitivamente i rapporti, la mediazione offre uno spazio dove le persone possono risolvere le divergenze mantenendo il rispetto reciproco. Ricordo una disputa ereditaria tra tre fratelli, considerata “irrisolvibile”: i tentativi degli avvocati e del notaio erano falliti, e i fratelli non si parlavano da anni.
PER APPROFONDIRE: Beni confiscati a rischio restituzione, confronto aperto al Comune di Reggio Calabria
Grazie alla mediazione, abbiamo creato un ambiente sicuro in cui ciascuno ha potuto esprimere sentimenti ed esigenze inascoltati da tempo. Alla fine, non solo è stato trovato l’accordo patrimoniale, ma i fratelli hanno ripristinato un minimo rapporto. Al di là degli aspetti tecnico- giuridici, credo che la mediazione sia uno strumento prezioso proprio per la sua funzione sociale, ed è questo uno dei motivi per cui apprezzo profondamente questo istituto e il lavoro che svolgo.
Un mare che unisce i popoli e permette lo scambio di esperienze marinare, di cultura,
Si terrà venerdì 24 gennaio, dalle 16 alle 18, presso la Terrazza del Museo Archeologico
Conclusi a Roma i lavori della Conferenza episcopale italiana: priorità al Giubileo, ai giovani e alla giustizia sociale