Diocesi: Trapani, il 12 dicembre convegno storico sulla figura dell’arcivescovo Salvatore Asta a 20 anni dalla morte
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“Le onde d’urto della guerra in corso e indiscriminata di Israele contro Gaza e il Libano si stanno ripercuotendo su tutta questa regione. Né l’orribile assalto ai civili israeliani del 7 ottobre 2023, né i missili indiscriminati lanciati dai gruppi militanti del Libano, possono giustificare il grado di distruzione delle vite e delle infrastrutture civili nella regione a cui ho assistito negli ultimi giorni. Non possiamo aspettare un altro giorno per porre fine a questa violenza insensata. Per il bene dei bambini di tutta la regione, la diplomazia deve sfociare in un cessate il fuoco sostenibile”. È quanto dichiara Jan Egeland, Segretario generale del Norwegian Refugee Council (Nrc), in un comunicato diffuso oggi, in seguito alla sua visita a Gaza, in Libano e Siria. “Le persone che ho incontrato negli ultimi giorni, da quelle di Gaza City, agli sfollati nel Libano orientale, a coloro che attraversano la Siria – afferma Egeland –, desideravano ardentemente la pace per poter tornare a casa. I bambini hanno parlato di quanto gli mancassero la scuola e i loro amici, e i genitori hanno desiderato la fine della precarietà e della sofferenza che lo sfollamento ha portato. La sofferenza di milioni di persone non potrà iniziare a finire finché chi è al potere non spingerà per la pace e non agirà per porre fine alla violenza”. Il segretario generale del Nrc parla di una “Gaza distrutta da armamenti avanzati, con continui attacchi militari che hanno avuto un impatto incessante sulla popolazione civile. La guerra ha delle regole ed è chiaro che la campagna israeliana è stata condotta con totale disprezzo per il diritto umanitario internazionale. Mentre Gaza è stata ridotta in macerie, i leader occidentali sono rimasti in gran parte a guardare, non disposti a esercitare la pressione necessaria sulla parte più forte, Israele, affinché smettesse di far morire di fame la popolazione che stanno assediando e bombardando”. “In Libano – aggiunge – ho incontrato persone che in appena un paio di settimane hanno perso la casa, il lavoro e tutto il resto. Le persone sono impreparate per quella che promette di essere la stagione invernale più fredda per le centinaia di migliaia di sfollati. “Viaggiando in Siria dal Libano attraverso il valico di frontiera di Masnaa, ho visto le enormi sfide che devono affrontare coloro che fuggono dalla violenza in Libano, esacerbate dai vasti crateri sulla strada causati dagli attacchi israeliani. Gli sfollati devono avere un passaggio sicuro, un riparo e servizi”. “La mia visita – conclude – è iniziata a Gaza, è proseguita in Libano e si è conclusa in Siria, tracciando le ricadute di questo conflitto ora regionale. In ogni momento, le persone che ho incontrato hanno affermato di desiderare una sola cosa: la pace”.
Fonte: AgensirDiocesi: Trapani, il 12 dicembre convegno storico sulla figura dell’arcivescovo Salvatore Asta a 20 anni dalla morte
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