Avvenire di Calabria

Memoria storica: il 20 settembre la prima Giornata degli Internati italiani nei campi di concentramento. Incontro al Quirinale con il presidente Mattarella

di Redazione Web

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Il 20 settembre si celebra la Prima Giornata degli Internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. Una giornata per non dimenticare in cui saranno promossi incontri, conferenze, mostre, spettacoli e seminari per “ricordare il coraggio, l’impegno, la passione e l’amore per l’Italia attraverso la resistenza e il rifiuto ad allearsi con il nazifascismo degli internati italiani nei campi di concentramento”. Le celebrazioni cominceranno già da venerdì 19 settembre quando l’Associazione nazionale reduci dalla prigionia (Anrp), l’Anei e l’Aned, le tre associazioni che curano la memoria degli italiani internati, saranno ricevute al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel pomeriggio del 19, al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, verrà inaugurata la Mostra sulla Giornata degli Internati Italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale promossa dall’Anrp. Il 20 si terrà poi la deposizione di una corona presso l’Altare della Patria, al Monumento al Milite Ignoto. “Un’occasione per ricordare la resistenza senz’armi degli internati militari italiani dopo l’8 settembre 1943, data dell’annuncio dell’Armistizio”, spiega il Presidente dell’Anrp Nicola Mattoscio. Si tratta di una vicenda che può essere ripercorsa presso il Museo Vite di Internati militari italiani (in via Labicana a Roma), che racconta le sofferenze degli oltre 650mila soldati e ufficiali che si rifiutarono di collaborare con i nazi-fascisti e per questo vennero avviati nei lager del Terzo Reich”.
“Non fu una scelta facile”, aggiunge lo storico Luciano Zani, Vicepresidente dell’Anrp. “Credere, obbedire e combattere era il motto di quei giovani inquadrati, fin dall’infanzia, nelle formazioni fasciste e lo stesso concetto di Patria, all’apice di ogni loro aspirazione ideale, dovette essere rielaborato. Il loro ‘NO!’ fu il primo passo verso la riconquistata libertà di pensiero”.

Fonte: Agensir

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