
A(r)mo in scena al CineTeatro per la rassegna “Oltre i Confini”
Testo di Tiziana Bianca Calabrò, regia di Basilio Musolino, interpretazione di Renata Falcone Promossa dalla
Era il 27 maggio 2016 quando la Nave Vega arrivò al Porto reggino con 45 salme a bordo che poi trovarono accoglienza ad Armo
Reggio Calabria ha celebrato la Giornata della Memoria per le Vittime delle Migrazioni lo scorso 3 giugno. Era il 27 maggio del 2016 quando al porto di Reggio Calabria arrivò il pattugliatore Vega, con a bordo 45 salme di migranti recuperate in mare. Dopo qualche giorno le vittime trovarono sepoltura nel Cimitero di Armo, ribattezzato da allora il “Cimitero dei Migranti”, uno dei primi in Europa dedicati alla memoria di chi ha perso la vita nei viaggi della speranza. Da lì la scelta del Comune di Reggio Calabria di dedicare alla loro memoria la data del 3 giugno.
Oggi, quel luogo è divenuto simbolo di umanità, solidarietà e accoglienza, nonché punto di riferimento per chi non vuole dimenticare. Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, il vicesindaco Paolo Brunetti, i volontari della Caritas diocesana, tanti cittadini di Armo che si prendono cura del cimitero tutto l’anno, e il volontario internazionale Martin Kolek, che recuperò in mare alcune delle salme dei migranti del naufragio, tra cui due bambini ormai senza vita. La cerimonia ha incluso un momento di preghiera e raccoglimento, curato da don Nino Russo.
«Per la nostra città, da ormai nove anni, il 3 giugno non è una giornata come le altre – ha dichiarato il sindaco Falcomatà – una giornata che abbiamo voluto istituzionalizzare perché deve essere un momento di ricordo, un’occasione per onorare le vittime di quel naufragio. Ma deve essere anche uno stimolo a continuare a fare sempre meglio e di più, perché rispetto a quella situazione i problemi non sono risolti. Le sofferenze si acuiscono e i conflitti sono ancora maggiori. Ma questo luogo è la dimostrazione di quanto la nostra città abbia imparato a sentire su di sé le sofferenze degli altri e a dare testimonianza civile anche delle parole del Vangelo: accogliere gli stranieri, non farli sentire estranei, e tradurre in impegno civile le parole di chi, da sempre, ha operato nella nostra città a favore degli ultimi, per costruire una comunità in cui nessuno resti indietro. Siamo orgogliosi di ciò che Armo è diventata e di quanto la nostra città sta facendo. È anche un modo per ringraziare chi, in quegli anni, ha dato una mano, contribuendo alla creazione di un legame unico con la nostra città, come il nostro Martin».
Dal 2022, l’area del cimitero è stata ulteriormente valorizzata grazie all’opera realizzata da Caritas Italiana e donata alla comunità: uno spazio pensato per accogliere non solo le salme dei migranti, ma anche quelle di persone povere e sole, diventando così un monumento vivente alla fraternità e alla giustizia sociale.
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«Grazie a chi viene a trovare questi fratelli – ha aggiunto Bruna Mangiola – in questo silenzio c’è tutto il nostro dolore, espresso e non gridato. Abbiamo un macigno sul cuore per loro e per le persone che continuano a morire in mare, senza che nessuno dica nulla. Non possiamo restare assuefatti alle cronache». Anche Martin Kolek è intervenuto a conclusione della cerimonia: «Grazie per essere venuti, e grazie a chi ha accolto le salme e si è preso cura di loro. Grazie a chi mi ha accolto e mi ha aiutato a trovare i nomi delle persone che ho tirato fuori dall’acqua». Nel pomeriggio c’è stata una seconda cerimonia sulla banchina del Porto di Reggio Calabria, per anni il simbolo dell’accoglienza e della speranza.
Testo di Tiziana Bianca Calabrò, regia di Basilio Musolino, interpretazione di Renata Falcone Promossa dalla
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