Avvenire di Calabria

Missioni: concluso a Reggio Calabria il 68° Convegno seminaristi. Le osservazioni di don Pizzoli (Missio) e dei partecipanti

di Redazione Web

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Si è concluso oggi il Convegno missionario nazionale dei seminaristi, tenutosi a Reggio Calabria da mercoledì scorso. Don Giuseppe Pizzoli, direttore della Fondazione Missio, ha sintetizzato i lavori dei laboratori di gruppo di ieri pomeriggio, sottolineando anche i concetti chiave che i tre principali relatori di questi giorni hanno voluto condividere con i partecipanti. Ne riferisce Chiara Pellicci, giornalista di “Popoli e Missione” sul sito della Fondazione Missio, che ha seguito i lavori a Reggio Calabria. “L’immagine biblica del ‘banchetto per tutte le genti’ ha fatto sì che i tre relatori si completassero a vicenda, ciascuno con le sue ricchezze e sottolineature specifiche”, ha osservato Pizzoli. Le stesse tematiche sono risultate significative anche nei laboratori. Nello specifico, don Pizzoli ha sottolineato anzitutto che “in un mondo estremamente complesso, pieno di difficoltà, di frammentazioni e di contraddizioni, è indispensabile sviluppare una capacità di ascolto autentico, frutto di un’accoglienza incondizionata (senza pregiudizi), sguardo di benevolenza verso tutti, proprio della carità pastorale, e capacità di sintonizzarsi empaticamente”. In particolare, “nella realtà pluralistica multiculturale e multireligiosa in cui viviamo”, ha sottolineato “la necessità di imparare a interloquire con tutti e offrire un’accoglienza incondizionata ad ogni persona, qualsiasi sia la sua appartenenza culturale o religiosa”. In secondo luogo, “per un’azione autenticamente missionaria, è necessario porre al centro Gesù Cristo e il mistero pasquale. Il nostro legame profondo con Lui qualifica lo spessore e la capacità di attrazione della nostra testimonianza”. Terzo aspetto: “La missione si vive e si realizza prima di tutto attraverso la testimonianza: dobbiamo imparare a raccontare il nostro incontro con Cristo e condividerlo con uno stile narrativo. La narrazione è lo stile scelto da Gesù stesso per rendere accessibile il suo messaggio ai più semplici ed umili”.
In diversi gruppi, sottolinea Pellicci riferendo del convegno, “è emersa la difficoltà di vivere relazioni autentiche in seminario”. Alla domanda: “Quanto ci apriamo al mondo, con il suo dolore e la sua gioia, i suoi sogni e le sue paure?”, alcuni gruppi hanno risposto dicendo che “la formazione nei seminari non può essere causa di allontanamento dalla realtà e dagli altri, ma di avvicinamento”. Alcuni hanno espresso la necessità di una qualche trasformazione del modello di vita nei seminari; altri hanno detto che la frammentarietà dell’esperienza pastorale non permette di sperimentare e di sperimentarsi in relazioni significative; altri hanno espresso il desiderio di sperimentare relazioni interculturali, esercitando la pazienza, la capacità di superare divisioni e l’opportunità di costruire relazioni vere.

Fonte: Agensir

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