
Carceri minorili: a Rovigo arriva l’Ipm per il Triveneto. Lunedì un confronto promosso dalla diocesi
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“Melos et Pneuma. Una rinascita” è il titolo del concerto d’inaugurazione del restauro dell’organo del Leoniano e benedizione dello strumento che, nella ricorrenza dei 400 anni dalla fondazione della Congregazione della missione di San Vincenzo De Paoli 1625-2025, si terrà nella chiesa del Collegio apostolico leoniano in via Pompeo Magno 21 Roma, sabato 22 febbraio, alle 17. L’evento, ad ingresso libero e gratuito, è organizzato dalla Congregazione della Missione, Missionari Vincenziani Italia, prevede la presenza dell’organista Livia Sandra Frau e la partecipazione del Coro Note Blu diretto dal maestro Marina Mungai.
L’organo positivo meccanico, costruito dalla Ditta Tamburini nel 1968, op. n.575, è stato ideato e progettato dal maestro Giuseppe Agostini (1930-2020), organista, clavicembalista, compositore, organologo, ricoprendo anche la carica di Ispettore alla Soprintendenza per la tutela degli organi classici. Il maestro Agostini volle progettare e far costruire questo organo per riconoscenza e per un incontro. Lo spiega Stefano Guarino, che molto si è dato da fare per l’iniziativa: “Proprio in questo Collegio, dove frequentava il Ginnasio, ebbe l’incontro con il maestro di musica, don Giuseppe Morosini, sacerdote della Congregazione della Missione dell’Ordine di San Vincenzo de Paoli”. Il sacerdote venne torturato dai nazisti nel 1944 e poi ucciso a Forte Bravetta. Riprende Guarino: “Don Morosini in questo Collegio insegnava musica e anche musica corale, polifonia e gregoriano, nonché essere pianista e proprio in questa Chiesa accompagnava con l’armonium le varie celebrazioni liturgiche. Ma è anche grazie a questo incontro con il maestro don Morosini, che Agostini si accostò anche alla musica vocale. Fu anche direttore di coro, dirigendo il Coro da Camera di Roma della Rai e per vari decenni il Coro Franco Maria Saraceni degli universitari di Roma”.
Ecco, quindi, il nesso di un concerto così articolato con il suono dell’organo e le voci di un Coro anche “a cappella”. “È per la grande riconoscenza verso il suo maestro che Agostini decise di progettare e dedicare quest’organo in sua memoria”.
Spiega padre Giancarlo Passerini., superiore del Collegio apostolico leoniano: “Mi sono chiesto: perché il restauro di questo organo e di qualsiasi altra opera d’arte tocca la nostra vocazione vincenziana? Perché il nostro essere da sempre e in tanti luoghi da noi abitati ci fa muovere in questo orizzonte di ‘cura e di salvaguardia’ dell’opera d’arte, di ciò che esprime bellezza, armonia? Perché lì abita il mistero dell’uomo che è mistero di Dio, perché è bellezza da proteggere e da cui farci sempre coinvolgere. Andare oltre qui in realtà significa andare all’origine, all’inizio, a quel momento originante in cui lo Spirito di Dio in singolar modo vibrava e creava”.
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