
Papa Francesco: oltre 90mila persone per l’omaggio in basilica
Papa Francesco: oltre 90mila persone per l’omaggio in basilica
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Dopo il violento terremoto di magnitudo 7.7 che lo scorso venerdì ha devastato il Myanmar, nella regione del Lago Inle a circa 600 km da Yangon, migliaia di persone si ritrovano senza casa e sono costrette a vivere su piccole imbarcazioni. Il terremoto ha infatti raso al suolo le loro palafitte e sommerso interi villaggi galleggianti. E’ quanto fa sapere oggi ActionAid che collabora con organizzazioni locali a Inle, Mandalay e Sagaing per distribuire cibo, acqua e kit di emergenza alle famiglie colpite. “La devastazione – si legge nel comunicato – è estesa. Le famiglie non hanno più un rifugio e sono costrette a dormire all’aperto sulle barche, esposte al caldo estremo, a fonti d’acqua non sicure e a condizioni igienico-sanitarie sempre più precarie”.
“Quello che ci raccontano le organizzazioni che supportiamo nella zona del Lago Inle è straziante”, dice Jagat Patnaik, Responsabile per l’Asia di ActionAid. E aggiunge: “L’entità della distruzione ha lasciato scioccati anche i soccorritori più esperti. Il Lago Inle, un tempo una vivace meta turistica, oggi è una zona disastrata. Intere famiglie sono stipate su minuscole imbarcazioni, senza alcuna protezione dal caldo torrido, senza accesso a servizi igienici, acqua potabile o cure mediche. Per donne e ragazze la situazione è ancora più difficile. Non hanno accesso a prodotti per il ciclo mestruale e, in una società in cui le mestruazioni sono fortemente stigmatizzate, doverle gestire su barche affollate insieme a uomini è profondamente angosciante e isolante. Le squadre di soccorso stanno facendo tutto il possibile per far arrivare acqua potabile, cibo, prodotti sanitari e cure mediche alle persone che hanno perso tutto, ma distribuire gli aiuti a chi è bloccato nell’acqua è una sfida enorme”. Le piogge monsoniche sono in arrivo ma senza risorse economiche immediate, migliaia di persone si troveranno ad affrontare condizioni ancor più di estremo pericolo. “Abbiamo urgentemente bisogno di finanziare le organizzazioni che operano in Myanmar e chiediamo alla comunità internazionale di fare tutto il possibile per sostenere chi ha perso ogni cosa”, è l’appello di Jagat Patnaik. ActionAid è attiva in Myanmar dal 2006 e dopo il terremoto è impegnata con il suo team e insieme alle associazioni partner a far fronte ai bisogni primari di chi ha perso tutto.
Fonte: AgensirPapa Francesco: oltre 90mila persone per l’omaggio in basilica
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