
Papa Francesco: oltre 90mila persone per l’omaggio in basilica
Papa Francesco: oltre 90mila persone per l’omaggio in basilica
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“Il Myanmar è da tempo più povero della maggior parte dei suoi vicini a causa delle politiche isolazioniste favorite dalla giunta militare negli anni ’60 e ’70, della cattiva gestione economica successiva e del conflitto in corso. Gran parte della popolazione dipende dall’agricoltura per sopravvivere. La povertà è rimasta elevata nelle aree rurali, dove vive la maggior parte delle persone. Fa impressione visitare i mercati locali dove decine di venditori sono seduti per terra su una stuoia con decine di piccole manciate di arachidi da vendere per un prezzo equivalente a due o tre centesimi di euro. È l’unica merce che hanno da vendere”. Sandro Calvani, esperto di geopolitica, a lungo funzionario dell’Onu per il quale ha lavorato in 135 Paesi, descrive il Myanmar, oggi vittima del terremoto. “I notevoli giacimenti minerari del Paese, in particolare di giada e rubini, e le riserve di gas naturale hanno attirato l’attenzione internazionale. Ma alcuni Paesi, tra cui quelli dell’Europa e gli Stati Uniti, hanno imposto sanzioni sulle esportazioni di molti tipi di gemme dal Myanmar, perché gemme, gas naturale e altre risorse sono spesso controllate direttamente da aziende dominate dai militari o da aziende vicine alle forze armate”. “La crisi economica indotta dalla pandemia, così come i disordini politici e la violenza diffusi sulla scia del colpo di stato, hanno portato il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite ad avvertire che il Myanmar scivolerà in un livello di privazione che non vedeva da decenni”. Specifica che “anche prima del colpo di stato, molti investitori stranieri si erano ritirati dal Myanmar. Molte imprese estere se ne sono andate a causa di notevoli limitazioni, disordini civili e sanzioni straniere. Molte aziende cinesi, così come alcune aziende giapponesi, sono rimaste”.
Calvani, che vive a Bangkok, e che a sua volta ha dovuto lasciare il suo appartamento al 27° piano trovando un alloggio più sicuro, aggiunge: “Il forte terremoto del 28 marzo ha colpito duramente la regione di Mandalay, la seconda città del Paese, dopo la ex-capitale Yangon. Dato che la popolazione totale della regione supera un milione e mezzo di persone, gli esperti stimano che i morti potrebbero essere più di diecimila, con centinaia di migliaia di feriti. Il terremoto ha distrutto l’80 percento degli edifici, comprese scuole, ospedali, ponti, strade, sistemi idrici e di distribuzione dell’energia, rendendo così molto difficili le comunicazioni e i soccorsi. Dall’estero molti si chiedono se il soccorso umanitario, richiesto dal regime militare e già cominciato darà anche ossigeno al governo fallito. Per me è una domanda sterile. Salvare vite umane dovrebbe essere l’assoluta priorità, prima di ogni considerazione sugli impatti politici. Semmai si deve solo fare attenzione a raggiungere i più poveri e non finanziare organi del governo dei dittatori. L’aiuto dall’estero può far rinascere la speranza nel cuore delle vittime”.
Fonte: AgensirPapa Francesco: oltre 90mila persone per l’omaggio in basilica
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