Giornata della memoria: Sant’Egidio, “necessario un nuovo patto tra le generazioni”
Giornata della memoria: Sant’Egidio, “necessario un nuovo patto tra le generazioni”
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Un capolavoro artistico che si rinnova ogni anno, un viaggio sensoriale, culturale e spirituale alla scoperta della Natività. È giunto alla sua sedicesima edizione il presepe itinerante dell’Opera Don Guanella a Roma. Un percorso tra costumi e musiche, profumi e canti, che ha trasformato gli spettatori in protagonisti diretti della scena. A vestire i panni dei personaggi che abitano il presepe sono quelli che don Guanella chiamava “i buoni figli” , persone con disabilità, ospiti della struttura, che, insieme a giovani e ai professionisti che lavorano nella Casa, hanno animato nella serata del 28 dicembre le vie e le botteghe di Betlemme, il forno o i piccoli alberghi che rifiutarono di accogliere la sacra famiglia in cammino.
L’ambientazione, curata nei dettagli, ha permesso di rivivere il presepe nella sua essenza più intima e universale: l’incarnazione intesa come l’accoglienza del presente e della realtà, così come è, con le sue rassicuranti potenzialità e le scomode fragilità, pieghe del mistero d’amore in una quotidianità in cui oggi regna spesso il tiranno del controllo, della perfezione e della prestazione eccellente.
L’itinerario della tenerezza si è concluso ai piedi della Sacra Famiglia nell’abbraccio del Bambinello, ricordando a tutti i suoi partecipanti che l’amore si è fatto carne, la pace a cui aneliamo si è fatta carne, la bellezza e il senso che cerchiamo, si sono fatte carne, ancora.
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