Avvenire di Calabria

Vertice dell’omonima cosca operante nella piana di Gioia Tauro. Era ricercato da due anni

Ndrangheta, arrestato il latitante Girolamo Facchineri

Redazione Web

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Il 7 marzo 2018, nella tarda mattinata, in c.da Longo di Cittanova (RC), militari del Gruppo di Gioia Tauro e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, con il supporto del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Vibo Valentia, ha individuato e tratto in arresto Girolamo Facchineri, classe 1966, personaggio di spicco della omonima cosca operante a Cittanova e nelle zone limitrofe, gravato da precedenti di polizia per associazione di tipo mafioso, estorsione e truffa aggravata.

Girolamo Facchineri era irreperibile dal luglio 2016, quando si è sottratto all’esecuzione del fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, poiché accusato di aver favorito la latitanza di Giuseppe Crea, classe 1978, e Giuseppe Ferraro, classe 1968, elementi apicali delle omonime cosche operanti nell’area tirrenica reggina e catturati nel gennaio 2016 nell’entroterra di Maropati, procurando loro i rifugi, i beni materiali e assicurandone gli spostamenti ed i collegamenti con i loro famigliari e gli altri membri della cosca.

La cattura del Facchineri è stata resa possibile grazie a una meticolosa e articolata indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, originata nell’ottobre 2017 e supportata da ampia attività tecnica.

Gli investigatori del Gruppo di Gioia Tauro, con il costante ausilio dei Cacciatori di Calabria, hanno sviluppato le prime informazioni e incessantemente monitorato lo stretto circuito relazionale del Facchineri, ritenuto sin da subito il fulcro del sostentamento del catturando, riuscendo ad individuare l’impervia area aspromontana, tra Cittanova e San Giorgio Morgeto, in cui era stato appositamente allestito un casolare abbandonato, nascosto tra la fitta vegetazione.

Il Facchineri, scovato, non ha opposto alcuna resistenza.

Nel casolare sono stati rinvenuti visori notturni, binocoli, ricetrasmittenti, una pistola scacciacani, ma anche un boiler per l’acqua calda e dei pannelli solari per ottenere la corrente elettrica.

Facchineri, condannato in primo grado nell’ambito del procedimento che ha originato l’odierno arresto, è tuttora imputato in secondo grado di giudizio per i reati di associazione di tipo mafioso e favoreggiamento personale aggravato e dovrà attendere l’esito del processo in carcere.

 

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