
Settimana Santa e Pasqua: su Tv2000 celebrazioni, film e documentari
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Le occupazioni scolastiche da parte di alcuni studenti registrate negli ultimi giorni “ledono il diritto all’istruzione degli altri studenti. La scuola deve garantire a tutti gli studenti l’opportunità di istruirsi e vivere dignitosamente”. Lo afferma la presidenza delle Acli provinciali di Bologna in una lettera aperta diffusa oggi.
Dopo aver rilevato che “professioni di responsabilità come quelle degli insegnanti e dei dirigenti scolastici stanno subendo un crescente screditamento” e che “alla mancanza di rispetto, si aggiungono difficoltà legate ai contratti, ai concorsi, agli stipendi, al costo della vita e degli alloggi”, le Acli bolognesi sottolineano che “il ruolo dell’insegnante viene progressivamente ridotto a quello di burocrate o baby sitter”. “L’occupazione delle scuole – prosegue il testo – richiama anche le responsabilità giuridiche e morali degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, che nessuno vorrà più assumersi, come già accade per le gite scolastiche. I genitori, spesso assenti e disinteressati, assumono sempre più il ruolo di sindacalisti dei figli, senza considerare gli aspetti educativi. La raccolta firme che chiede di non punire gli occupanti del Minghetti va in questa direzione”.
“La scuola spesso spezza il patto educativo con le famiglie, arrogandosi diritti che non ha”, viene evidenziato dalle Acli bolognesi, secondo le quali “questo comportamento, che va stigmatizzato, non significa che sia lecito screditare il ruolo della scuola nell’educazione dei giovani”. “Accogliamo dunque positivamente la condanna delle occupazioni da parte dei dirigenti scolastici”, continua la lettera aperta, nella quale si precisa che “gli studenti più fragili, come gli stranieri di recente immigrazione, i disabili, quelli con Dsa, Bes o materie da recuperare, subiranno le peggiori conseguenze dell’interruzione dell’attività scolastica. Non tutti possono permettersi ripetizioni private”. “Non vogliamo sindacare sui motivi della protesta, ma impedire l’accesso a scuola o danneggiare i beni comuni – ammoniscono le Acli bolognesi – non sono pratiche da incentivare, giustificare né tacitamente approvare come manifestazioni di libertà di pensiero. È proprio il contrario: ci si fa strumentalizzare dalla prepotenza di pochi. Stigmatizziamo, in proposito, anche la strumentalizzazione politica dei ragazzi e i tentativi di ingerenza: gli organi collegiali sono organi sovrani della comunità scolastica e non possono subire interferenze politiche nella scelta di applicazione del regolamento, oltretutto a maggior tutela dei ragazzi”. Auspicando che “questi ragazzi non vengano semplicemente puniti, ma che le conseguenze del loro gesto rientrino in un progetto educativo più ampio”, le Acli “si offrono di ospitarli per attività di volontariato, come già facciamo da anni con tanti studenti, per mostrare loro le vere fragilità sociali della città, che richiedono sostegno”. “Questo – viene spiegato – potrebbe aiutarli a capire quanto sono fortunati ad accedere a un’istruzione gratuita e di qualità e a comprendere i problemi quotidiani delle persone che vivono a Bologna”.
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