
Leone XIV: ai giovani di Košice, “non abbiate paura di testimoniare che siete cristiani”
Leone XIV: ai giovani di Košice, “non abbiate paura di testimoniare che siete cristiani”

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Mancano meno di sette mesi dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, un evento internazionale presentato come “a costo zero” per economia e ambiente, ma la realtà si è ben presto rivelata diversa. Cresce l’allarme per gli impatti ambientali, economici e democratici di un evento che, nato sotto il segno della sostenibilità, rischia di lasciare un’eredità fatta di debiti, consumo di suolo, speculazioni e trasparenza mancata. È la nuova inchiesta di Lavialibera, periodico di Libera e Gruppo Abele, nel nuovo numero in uscita oggi. I numeri dell’inchiesta “Giochi insostenibili” parlano chiaro: dai 1,36 miliardi previsti inizialmente si è passati a un budget complessivo di quasi 6 miliardi di euro, di cui 3,4 miliardi in infrastrutture, molte delle quali scollegate dalle esigenze sportive. E ulteriori fondi sono stati stanziati lo scorso 20 giugno con il Dl sport: previsti oltre 300 milioni di euro come dotazione del nuovo commissario straordinario alle Paralimpiadi e oltre 50 milioni ai ministeri di Interno e Difesa per logistica, sicurezza e soccorso. Dei 94 interventi infrastrutturali, 44 riguardano impianti sportivi, 50 le infrastrutture di trasporto. Il 43% dei cantieri non è ancora partito, il 39% non sarà pronto prima della fine dei Giochi e il 64% dei progetti non ha mai avuto una valutazione d’impatto ambientale. Sono 108 i milioni di euro di deficit patrimoniale accumulato dalla Fondazione Milano-Cortina al 31 dicembre 2023. Forse gli organizzatori lo hanno dimenticato, ma nelle 127 pagine del dossier di candidatura la parola “sostenibilità” compariva ben 96 volte. Oggi invece scorrendo la lista dei 45 sponsor e partner ufficiali si trovano i colossi dell’industria fossile e bellica. Avevano promesso che si sarebbero costruiti ex novo “solo due impianti olimpici” e per il resto si sarebbe proceduto con ristrutturazioni e opere temporanee. Invece sono nuove sia le piste per le gare su ghiaccio sia quella da bob di Cortina, ricostruita da zero, contro il parere del Cio, al costo di 120 milioni e l’abbattimento di circa 800 alberi. Ricordiamolo, per i Giochi saranno necessari 2 milioni di metri cubi di neve artificiale, che sarà creata con l’utilizzo di 840 mila metri cubi d’acqua.
“Gli appuntamenti sportivi internazionali – scrive don Luigi Ciotti nel suo editoriale – ci vengono sempre raccontati nei loro risvolti positivi: la vetrina che offrono, i ritorni economici legati al turismo, lo sviluppo di infrastrutture destinate a restare. Poco invece si parla dei fattori problematici, come abbiamo scelto di fare con la nostra rivista e prima ancora le associazioni promotrici della campagna Open Olympics 2026, nata per rivendicare trasparenza sull’evento. Non si tratta di voler ‘rovinare la festa’ che le Olimpiadi rappresentano come qualcuno ci accusa, semmai di proteggere quella festa da chi vuole trasformarla in una pura occasione di lucro. Insomma, non vogliamo lasciare che le Olimpiadi ‘facciano la festa’ a una porzione stupenda delle nostre Alpi e ai prossimi bilanci delle amministrazioni locali. Quindi bene lo sport e i valori sani che esprime; bene l’occasione di amicizia fra i popoli, tanto più in un periodo delicato come questo sul piano dei rapporti geopolitici; bene l’investimento di soldi pubblici se gestiti correttamente. Male invece, malissimo, se le Olimpiadi si trasformano in una gara incontrollata ai profitti, non soltanto di natura lecita”.
A dispetto della narrazione ufficiale, le Olimpiadi non stanno portando benefici diffusi ma stanno alimentando un turismo d’élite che deturpa e spopola la montagna. Nell’ultimo rapporto della Direzione investigativa antimafia del 2024 si legge che i cantieri in corso e programmati “potrebbero rappresentare un’occasione per le consorterie criminali interessate a inserirsi nelle procedure di assegnazione delle gare”. E sempre nella stessa relazione della Dia arriva un’ulteriore conferma: dai controlli effettuati nel 2024 sulle opere connesse all’evento olimpico sono infatti emersi 56 soggetti segnalati come vicini a organizzazioni mafiose.

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