Caporalato: diocesi Latina, l’11 novembre conferenza su “Quale lavoro per un settore agro-alimentare che cambia”
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“Bene la pubblicazione del portale, che facilita l’accesso al diritto di sapere per chiunque, anche per chi non vive a stretto contatto con le opere. Ricordiamo come i dati non siano di per sé risolutivi: il diritto di sapere è il primo passo per esercitare la propria responsabilità di monitorare, specie in riferimento a cura del territorio e possibili scelte opache. La trasparenza non cancella di per sé alcune decisioni discrezionali a monte, fatte dal 2019 a oggi. Questa cosa le associazioni territoriali l’hanno monitorata fin dall’inizio e continueranno a farlo. Da oggi, anche grazie a dati più facilmente accessibili”. In una nota il commento delle associazioni promotrici della campagna internazionale di monitoraggio Open Olympics 2026 per trasparenza delle olimpiadi invernali Milano-Cortina dopo la presentazione dei giorni scorsi del portale Simico dove è disponibile una rinnovata sezione del Piano delle opere, che cade ora sotto il nome “Open Milano Cortina 2026”. Come riportato nella stessa pagina di apertura, la piattaforma nasce anche su stimolo e confronto con le “associazioni promotrici della campagna Open Olympics 2026”, oltre che con le Commissioni antimafia e olimpiadi del Comune di Milano.
Il portale restituisce infatti informazioni sul come si è scelta l’opera, quali valutazioni ambientali si siano fatte (o meno), una sua geolocalizzazione, un cronoprogramma che restituisce aggiornamenti rispetto allo stato dell’opera, l’elenco dei subappaltatori (a cui si potrà aggiungere l’entità economica non appena si conclude una valutazione giuridica a riguardo), dati scaricabili in formato aperto. Inoltre, dati aggregati restituiscono informazione rispetto alla totalità delle opere e ai piani di legacy per come a oggi.
“In riunioni dedicate e aperte, Simico si è detta pronta a rendere il portale sempre più corrispondente al nostro appello e a una piena accountability”, sottolinea Libera insieme alle associazioni promotrici di Open Olympics 2026. È quindi un portale in stato di work in progress, che, come si legge sullo stesso portale Simico, vuole segnare “un elemento di legacy delle Olimpiadi invernali 2026” anche per i futuri Giochi. A riguardo, le associazioni commentano: “Confidiamo che, per i Giochi olimpici e paralimpici del futuro, ovunque si terranno, si sia appresa una lezione: che non si muova più una pietra senza rendicontare pubblicamente e coinvolgere le comunità territoriali. Meglio se prima, e non solo in corsa”.
“Circa l’implementazione del portale – commenta Leonardo Ferrante, portavoce delle associazioni – si possono fare ancora diverse cose in riferimento alla quantità dei dati. Al momento si contano cento opere, ma mancano ad esempio i dati di Fondazione Milano Cortina o i partenariati pubblico-privato dei Comuni. La natura privatistica non può infatti essere un ostacolo alla trasparenza, o una scusa per aggirarla. Chiediamo che chiunque, con un atto di voluntary disclosure, offra i propri dati a Simico affinché possa restituirli nel portale unico, mantenendo gli stessi standard di conoscibilità. Se non c’è nulla da nascondere, perché non essere del tutto trasparenti? Specie considerando che si stanno usando risorse pubbliche”.
“Un altro dato – conclude Ferrante – che è per noi chiave avere sul portale è l’impronta di carbonio di tutti i giochi e per ciascuna opera: un modo per stimare la quantità di emissioni di gas serra rilasciate nell’atmosfera. Rispetto a quest’ultimo punto, nel Rapporto di ‘Sostenibilità e Legacy’ delle Olimpiadi Invernali si dichiara a pagina 93 che ‘è necessario quantificare e monitorare correttamente le emissioni di GHG (gas ad effetto serra espresse in emissioni di CO2eq) legate ai Giochi’. Bene quindi conoscere l’impatto reale e le forme di compensazioni connesse, specie considerando che si parla di ‘Giochi a impatto zero’ fin dalla fase di candidatura”.
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