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Una “speranza mista a preoccupazione” quella che si legge tra i fedeli per le condizioni di salute di Papa Francesco. Tra i fedeli “preoccupati” anche un giovane, Francesco Maria, che frequenta il IV anno in un liceo di Cosenza e che 10 anni fa ha ricevuto una telefonata da Papa Francesco. Era stato il piccolo Francesco Maria a scrivere direttamente al pontefice ma senza alcuna attesa di ricevere una telefonata. Il ragazzo – allora aveva 8 anni – aveva scritto perché aveva “bisogno del tuo aiuto. Mia zia sta male, è molto grave in ospedale. Prega per lei perché resti accanto a me. Le voglio bene e non voglio perderla”. La lettera è stata poi spedita dal papà di Francesco Maria al Papa via mail ad un indirizzo indicato dal centralino vaticano. Il Papa, quattro giorni dopo, telefonò a casa del bambino e parlò con la madre di Francesco Maria. Il ragazzo non dimentica e “non dimenticherà mai quella telefonata”, dice oggi: “Ero piccolo ma quando arrivò la telefonata del Papa provai una tale emozione che non so trovare ancora oggi le parole giuste per spiegare cosa rappresentò per me. Rispose mamma e neanche lei inizialmente si rese conto di parlare con Papa Francesco”. In quella occasione Papa Francesco inviò anche una benedizione a tutta la comunità parrocchiale di San Nicola di Bari e al parroco, don Enzo Gabrieli, che alla prima occasione – senza fare il nome – durante una celebrazione eucaristica, riferì della telefonata. Una comunità che accolse con “gioia” la bella notizia: “Nessuno mi chiese della famiglia – dice don Gabrieli – ma iniziò a pregare per la zia del bambino che aveva scritto personalmente la lettera”. Francesco Maria in quella occasione non riuscì a parlare con Papa Francesco perché molto emozionato ma assistette alla telefonata che “durò all’incirca venti minuti”, dice. La zia però non ce l’ha fatta a superare quel momento. Oggi Francesco Maria vive questi giorni di malattia e di ricovero di Papa Francesco con “molto dolore” e la sua “preghiera si è fatta molta intensa”, ci confessa il parroco. Una preghiera intensa come quella di tutta la comunità parrocchiale.
Fonte: Agensir