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“Il Santo Padre appena eletto si è trovato a dovere prendere delle decisioni su due cose per la Sicilia. La prima era che c’era la beatificazione decisa da Benedetto XVI sul martirio di don Pino Puglisi. E disse a me, al vicepresidente, al segretario della conferenza che eravamo a pranzo con lui, ‘io sarei voluto venire ma qui mi hanno consigliato che, essendoci molte beatificazioni, non era bene creare un precedente’. Però disse poi ‘ma c’è il problema delle migrazioni e quello gira nella mia testa, io ci penserò, voglio fare qualche cosa’. Ed è venuto, ma il suo grido che denunciò la globalizzazione dell’indifferenza purtroppo è rimasto inascoltato”. Lo dice l’arcivescovo emerito di Palermo, il card. Paolo Romeo, intervenendo a “L’intervista” su Rei tv. “Ma oggi è ancora più grave questa indifferenza – aggiunge -. Noi non ci sentiamo interpellati da quello che sta succedendo nel Medio Oriente, la terra di Gesù. Noi sentiamo fatti di cronaca che si dirà ‘qualcuno dovrà risolvere tutto quello che succede in Ucraina’. Di ieri c’è la notizia di questo scontro in Sudan fra le popolazioni. Ormai siamo indifferenti. Noi sentiamo la cronaca di tutti i giorni ma non ci sentiamo coinvolti, non ci sentiamo impegnati. Come se i problemi della pace dovrebbero risolverli gli altri. E siccome li devono risolvere gli altri, stanno esplodendo gli episodi di violenza all’interno delle famiglie stesse. Tutti i giorni la cronaca annunzia femminicidi. Ora in questo periodo le bande di giovani uccidono. E questa globalizzazione è ancora più forte”.
Il cardinale sostiene poi che “il Santo Padre che verrà dovrà farsene carico con il carisma, con la cultura con le immagini che il Signore gli ispirerà”.
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