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Nelle parole di Papa Francesco, nell’Incontro ecumenico e interreligioso svoltosi oggi presso l’Hun Theatre di Ulaanbaatar, in Mongolia, anche la forte rassicurazione che “la Chiesa cattolica vuole camminare così, credendo fermamente nel dialogo ecumenico, interreligioso e culturale. La sua fede si fonda sull’eterno dialogo tra Dio e l’umanità, incarnatosi nella persona di Gesù Cristo”, mettendo a disposizione “il tesoro che ha ricevuto ad ogni persona e cultura, rimanendo in atteggiamento di apertura e ascolto di quanto le altre tradizioni religiose hanno da offrire”.
Poi, ancora una volta, il Pontefice è tornato sull’importanza del dialogo che “non è antitetico all’annuncio, non appiattisce le differenze, ma aiuta a comprenderle”, esortando i presenti a vivere un “un cammino condiviso, che non possiamo percorrere se non insieme, dimorando sotto il medesimo cielo che ci avvolge e ci illumina”. Infine, anche in questa sede, Francesco ha rievocato in qualche modo quello “sperare insieme” (motto del suo 43° viaggio apostolico), sottolineando che “il nostro trovarci qui oggi è segno che sperare è possibile” anche se, evidenzia, “in un mondo lacerato da lotte e discordie, ciò potrebbe sembrare utopico; eppure, le imprese più grandi iniziano nel nascondimento, con dimensioni quasi impercettibili”.
Il Papa ha quindi concluso il suo intervento ricordando ai rappresentanti religiosi “che i nostri sforzi comuni per dialogare e costruire un mondo migliore non sono vani. Le preghiere che eleviamo al cielo e la fraternità che viviamo in terra – ha concluso – nutrano la speranza; siano la testimonianza semplice e credibile della nostra religiosità, del camminare insieme con lo sguardo rivolto verso l’alto, dell’abitare il mondo in armonia, come pellegrini chiamati a custodire l’atmosfera di casa, per tutti”.
Fonte: Agensir