Avvenire di Calabria

Pier Giorgio Frassati: Zeni, “un uomo vivo fra fede, ideali e valori”

di Redazione Web

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Nel corso del convegno dedicato a Pier Giorgio Frassati, è stato Domenico Zeni, in rappresentanza del Centro culturale Pier Giorgio Frassati, a tratteggiarne la figura: “Un uomo vivo, non certamente quello che vuole bruciare affannosamente la sua vita nel rincorrere tutte le esperienze possibili, ma bensì vivo perché ha un ideale, ha un patrimonio da difendere, una fede, nel senso del vivere come lo definiva egli stesso in una lettera ovvero contrapposto al vivacchiare”.
Zeni ha inoltre condiviso un ricordo personale legato alla nascita del Centro culturale Pier Giorgio Frassati, fondato nel 1980 da un gruppo di docenti, professionisti e uomini di cultura di Torino. Il centro, operativo in Piemonte dal 1981, trae origine dalla prima visita di Giovanni Paolo II alla città. In quell’occasione, il Pontefice sottolineò l’importanza di riprendere il dialogo con tutte le culture e indicò Pier Giorgio Frassati come un modello esemplare di giovane cristiano impegnato. “Un uomo vivo – ha proseguito Zeni – descritto da Giovanni Paolo II nella memorabile visita del 1980, quando presentò inaspettatamente, al fianco di san Giovanni Bosco, la persona di Pier Giorgio Frassati davanti ai giovani della città radunati a Maria Ausiliatrice. Le parole del Papa scossero profondamente la coscienza dei presenti, tanto che da quell’incontro nacque il Centro culturale”.
Zeni ha poi sottolineato come Pier Giorgio Frassati fosse “attento alla cultura e alle tematiche sociali, insieme a un uomo profondamente credente, appassionato nel servire i fratelli e consumato in un ardore di carità che lo portò ad avvicinare, secondo un ordine di precedenza assoluta, i poveri e i malati”. “Era cosciente della sua responsabilità nella società – ha aggiunto – ispirato solo dalla persona guardata con gli occhi di Cristo. In lui era chiara un’unità di coscienza tra la vita e la fede, che traspariva in ogni sua azione: nello studio, nei rapporti con i compagni, nelle gite in montagna, nell’azione caritativa, nell’impegno politico e nel giudizio”.
Zeni ha poi spiegato la visione di Chiesa di Frassati: “Per lui la Chiesa non poteva essere considerata al di fuori di una forma quotidiana di amicizia. Aderiva alla maggior parte delle forme di vita cristiana del suo tempo, ma al contempo diede vita alla Compagnia dei Tipi Loschi, un gruppo di amici uniti da un vincolo indissolubile di fede e preghiera, un’unione destinata a durare per sempre”. Infine, ha ripercorso il cammino della Chiesa nel riconoscere la santità di Frassati: “Sette anni dopo la sua morte, nel 1932, iniziava a Torino il processo informativo sulla fama di santità e sulle sue virtù. Tuttavia, per anni il processo rimase interrotto a causa di testimonianze fuorvianti e non veritiere. Fu solo grazie alla tenacia della sorella Luciana Frassati, che raccolse oltre 900 testimonianze, che nel 1977 Papa Paolo VI riaprì il caso. Giovanni Paolo II, riconoscendo il primo miracolo attribuito alla sua intercessione, lo proclamò beato il 20 maggio 1990”.

Fonte: Agensir

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