Avvenire di Calabria

Primo maggio: Vicenza, mercoledì la veglia di preghiera per il lavoro presieduta dal vescovo Brugnotto

di Redazione Web

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Il messaggio per la festa dei lavoratori del  1° maggio scritto dai vescovi italiani è intitolato “Il lavoro, un’alleanza generatrice di speranza”.
“Il lavoro è fondamentale per ogni persona perché offre dignità a chi lo svolge, ma anche perché è il concreto riconoscimento di competenze e capacità che vengono messe a disposizione per un fine sociale, meglio se con l’attenzione all’intera umanità e non soltanto per profitti personali”, ha commentato il vescovo di Vicenza, mons. Giuliano Brugnotto. “Il lavoro è un’alleanza generatrice di speranza nel momento in cui crea possibilità di futuro, soprattutto per i giovani e altre categorie svantaggiate, perché la sapienza ed i saperi acquisiti con l’esperienza costruiscono relazioni di fiducia con chi riceve questi beni non tangibili. Penso che sia una ricchezza incalcolabile che può essere, di volta in volta, affidato da una generazione ad un’altra costruendo un nuovo tessuto sociale”, ha concluso il vescovo.
La Commissione diocesana di pastorale sociale e del lavoro di Vicenza propone per mercoledì 30 aprile alle 20,30 una veglia di preghiera e riflessione su questo tema all’Istituto San Gaetano in via Mora 12 a Vicenza. La preghiera sarà presieduta dal vescovo Brugnotto. La riflessione biblica è stata affidata a don Matteo Pasinato, mentre le testimonianze saranno di Valentina Zanni, che lavora per l’Informagiovani di Montecchio Maggiore, ed Enrico Mastella sul lavoro come riscatto per chi è in carcere. I vescovi italiani nel messaggio redatto per l’occasione ricordano ancora che “la mano invisibile del mercato non è sufficiente a risolvere i gravi problemi oggi sul tappeto. È la nostra mano visibile che deve completare l’opera di con-creazione di una società equa e solidale e continuare a seminare speranza. Infatti, ‘i segni dei tempi, che racchiudono l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, chiedono di essere trasformati in segni di speranza’ (Spes non confundit, 7)”.

Fonte: Agensir

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